Mercati Usa – Avvio negativo dopo crescita record dei prezzi alla produzione

Partenza negativa a Wall Street, dopo i dati che hanno evidenziato il maggior incremento annuale di sempre dei prezzi alla produzione, aumentando le pressioni per un intervento restrittivo della Federal Reserve.

Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq lascia sul terreno l’1,1%, lo S&P 500 lo 0,6% e il Dow Jones lo 0,2%.

Sul fronte macro, i prezzi alla produzione a novembre sono cresciuti dello 0,8% su base mensile (+0,5% il consensus) e del 9,6% su base annua (+9,2% il consensus), rispetto all’incremento dello 0,6% e dell’8,8% registrato il mese precedente.

Dati che arrivano dopo il report pubblicato venerdì scorso che ha evidenziato un aumento dei prezzi al consumo al ritmo più rapido in quasi quarant’anni.

Il tutto in attesa della conclusione domani sera dell’ultimo meeting dell’anno del Fomc, da cui gli operatori si attendono l’annuncio di un’accelerazione del tapering, in una mossa che preannuncerebbe un rialzo dei tassi di interesse l’anno prossimo.

Nei giorni successivi, l’attenzione si sposterà sulle riunioni di Bce, BoE e BoJ. La prospettiva di un minor supporto dagli istituti centrali per contrastare l’elevata inflazione rappresenta uno dei principali rischi al ribasso per l’azionario in questo finale di 2021, insieme all’incertezza legata all’impatto della variante Omicron sulla ripresa dell’economia.

Secondo i dati di un nuovo studio, la pillola sperimentale contro il Covid di Pfizer sarebbe altamente efficace nel prevenire i ricoveri, ma meno abile a cancellare i sintomi più lievi spesso associati all’infezione.

Separatamente Discovery, maggior fornitore di assicurazioni mediche del Sud Africa, ha dichiarato che due dosi di Pfizer ridurrebbero del 70% i rischi di ospedalizzazione causati della nuova mutazione del virus.

Intanto sul Forex il biglietto verde è poco mosso nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro che sale a 1,129 e il dollaro/yen a 113,6.

Tra le materie prime in calo le quotazioni del greggio con il Brent (-1,6%) a 73,2 dollari e il Wti (-1,5%) a 70,2 dollari, complice l’incertezza per l’impatto di Omicron e nonostante l’incremento delle previsioni sulla domanda del prossimo trimestre da parte dell’Opec.

Nel comparto obbligazionario, infine, i rendimenti del decennale e del biennale americani risalgono di circa tre punti base rispettivamente all’1,45% e allo 0,66%.