Mercati – Europa resta positiva dopo la Bce ma Milano rallenta a +0,4%

Le borse europee si mantengono in rialzo dopo le riunioni della Bce e della Bank of England mentre Wall Street ha aperto poco mossa all’indomani dei guadagni innescati dalle delibere della Federal Reserve.

A Piazza Affari il Ftse Mib avanza dello 0,4% in area 26.760 punti, leggermente arretrato rispetto al Cac 40 di Parigi (+1%), il Dax di Francoforte (+1%), il Ftse 100 di Londra (+1%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,3%). Oltreoceano viaggiano intorno alla parità Dow Jones (+0,3%), S&P500 (flat) e Nasdaq (-0,6%).

La Bce ha confermato il livello dei tassi di interesse di riferimento e ha indicato, come da attese, che il PEPP finirà a marzo 2022, annunciando un prolungamento dell’orizzonte temporale dei reinvestimenti fino al 2024. Per quanto riguarda il programma APP, già in vigore prima della pandemia, nel secondo trimestre 2022 verranno effettuati acquisti netti mensili per 40 miliardi nel e nel terzo trimestre per 30 miliardi. Il piano APP dovrebbe terminare poco prima di iniziare ad aumentare i tassi di interesse.

Nella successiva conferenza stampa la presidente Christine Lagarde ha ribadito che resta necessario un importante sostegno monetario, ma la ripresa continua, seppure ad un passo meno sostenuto rispetto ai mesi passati. Nel 2022 l’Eurotower si attende un’accelerazione della ripresa e un rallentamento dell’inflazione, che comunque resterà sopra il 2% per buona parte dell’anno. Rimane “molto improbabile” un aumento dei tassi l’anno prossimo.

Per quanto riguarda le proiezioni aggiornate, il Pil è atteso in crescita del 5,1% nel 2021, del 4,2% nel 2022 e del 2,9% nel 2023 mentre l’inflazione è prevista al 2,6% nel 2021, al 3,2% nel 2022 e all’1,8% nel 2023.

La BoE ha alzato a sorpresa il costo del denaro mentre ieri la Fed ha raddoppiato il ritmo del tapering a 30 miliardi di dollari al mese e ha annunciato tre rialzi dei tassi di interesse nel 2022, tre nel 2023 e altri due nel 2024.

Nel complesso, dunque, le banche centrali si stanno muovendo per contrastare l’elevata inflazione, cercando di non compromettere la crescita economica già minacciata dalla recrudescenza della pandemia, in particolare dopo la scoperta di Omicron.

Per quanto riguarda i dati macro, gli indici Pmi preliminari di dicembre sull’attività dell’eurozona hanno evidenziato la crescita minore in nove mesi, con un miglioramento nel manifatturiero controbilanciato dalle difficoltà del settore terziario, proprio a causa delle restrizioni per limitare l’aumento dei contagi. Negli Usa i Pmi continuano a segnalare una solida espansione mentre le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione rimangono contenute a 206 mila unità.

Sul Forex l’euro/dollaro si apprezza a 1,133 mentre il cambio fra biglietto verde e yen scivola a 113,7. Sterlina in rialzo a 1,334 dollari, mentre la lira turca crolla sui minimi storici dopo il nuovo taglio dei tassi.

Tra le materie prime recuperano terreno le quotazioni del greggio dopo tre giorni di ribassi, con il Brent (+0,6%) a 74,3 dollari e il Wti (+0,9%) a 71,5 dollari.

Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund si amplia a 131 punti base, con il rendimento del decennale italiano in rialzo allo 0,97%.

Tornando a Piazza Affari, fra le aziende più capitalizzate avanzano in particolare Cnh (+3,7%), Stellantis (+3,4%) e Tenaris (+2,9%). Realizzi su Bper (-3%), arretrano A2A (-2,7%) e Tim (-2,6%) dopo il nuovo profit warning.