Proseguono i realizzi a Piazza Affari su Bper e Carige dopo che il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ha giudicato non conforme allo statuto la proposta non vincolante arrivata da Bper per rilevare l’istituto genovese.
Intorno alle 10:20 i titoli Bper cedono l’1,6% a 1,75 euro, mentre le azioni Carige lasciano sul terreno il 2,7% a 0,72 euro. L’indice di settore segna un ribasso dello 0,7 per cento.
Il FITD, al termine del consiglio di ieri, ha affermato che la manifestazione di interesse presentata da Bper per Carige “presenta termini e condizioni da approfondire” e che allo stato, in particolare, per quanto riguarda il livello di ricapitalizzazione richiesto per la banca ligure, “non risulta conforme alle previsioni statutarie (art. 35) relative agli interventi del tipo in questione”.
Lo scorso martedì, a mercati chiusi, la banca modenese ha annunciato un’offerta non vincolante al FITD per acquisire l’88,3% di Carige, di cui l’8,3% detenuto da Cassa Centrale Banca, al prezzo di 1 euro, e successivamente lanciare un’Opa sul restante 11,7% a 0,80 euro per azione.
Bper ha posto come condizione che il FITD effettui una ricapitalizzazione preventiva in Carige per 1 miliardo, risorse che dovrebbero essere iniettate dalle più importanti banche italiane.
L’offerta di Bper verrà meno qualora il FITD, entro il prossimo 20 dicembre, non conceda a Bper un periodo di esclusiva nonché, ulteriormente, ove le parti non sottoscrivano, entro il prossimo 31 dicembre 2021, un Memorandum of Understanding vincolante (MoU). Il MoU, oltre ai termini puntuali dell’operazione, prevedrà l’obbligo delle parti di sottoscrivere un contratto definitivo di acquisizione entro il 31 gennaio 2022.
Il fondo, in base all’articolo 35 dello statuto, può effettuare interventi preventivi nel limite massimo del 50% dei contributi versati dal sistema bancario nell’anno precedente. Tale soglia può essere aumentata in via straordinaria di un ulteriore 20%, con l’esborso massimo che può arrivare a massimi 700 milioni, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore.
Per andare incontro alle richieste di Bper mancherebbero dunque 300 milioni ma l’alto quorum previsto dallo statuto dello Schema Volontario del FITD (95% dei partecipanti), l’opposizione di molti istituti aderenti, in particolare quelli medio-piccoli, e i tempi ristretti per convocare le associate rendono questa ipotesi remota, aggiunge il giornale. In base a tutte queste valutazioni, il FITD ha respinto l’offerta della banca emiliana.
Tuttavia, riporta il quotidiano, non si tratterebbe di una bocciatura definitiva, lasciando aperto uno spiraglio per riprendere il negoziato. Bisognerà adesso capire se Bper sia disponibile su questo fronte, considerando che le condizione richieste appaiono molto stringenti.
Secondo quanto si apprende da Il Sole 24 Ore, l’offerta non vincolante formulata da Bper ha fatto seguito ad un’analisi ben precisa e non soggetta a cambiamenti. Carige viene considerata un’opportunità potenzialmente da cogliere, ma solo a precise condizioni. Il tutto ha trovato un’apertura in particolare tra le banche con un peso specifico maggiore.
Il miliardo richiesto da Bper farebbe riferimento per 450 milioni a un rafforzamento patrimoniale per portare il CET1 (attualmente al 9,1% fully phased e all’11% phased in) a livelli simili a quelli di Bper.
I restanti 550 milioni dovrebbero fronteggiare in primis il de-risking, in quanto Bper, prendendosi in capo i rischi di esecuzione, vuole fare in modo che l’operazione non impatti sull’asset quality e sia neutra dal punto di vista patrimoniale. Inoltre, dovrebbero coprire gli oneri di integrazione di Carige in Bper, a partire da quelli relativi al personale, in modo da limitare gli effetti sul cost/income e generando, in prospettiva, sinergie che consentano di accrescere l’utile per azione.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che quel miliardo dovrebbe fare fronte anche i costi per la chiusura di molti accordi distributivi nonché di quelli sul fronte dell’IT. Da questo punto di vista, data la presenza di Unipol nel capitale di Bper con il 18,9% del capitale, un primo passaggio riguarderebbe la revisione degli accordi di bancassurance, mentre potrebbe essere preservata l’alleanza con Arca Sgr, di cui la stessa Bper è azionista, nel risparmio gestito.
Secondo quanto riporta MF, non è da escludere che dopo la proposta di Bper pervengano al FITD altre offerte, citando Crédit Agricole, che potrebbe essere ancora interessata a crescere in Italia. Tuttavia, Giampiero Maioli, Ad di Crédit Agricole Italia, nei giorni scorsi, a proposito della banca ligure, ha dichiarato: “È un dossier che conosco poco e non sono in grado di dare indicazioni. Non abbiamo altri dossier. Solo nel 2022 abbiamo due fusioni” perché “nel giro di pochi mesi, intorno al 25 aprile, incorporiamo Creval e a fine anno incorporiamo FriulAdria”.
La situazione viene monitorata anche dalla BCE, che da tempo chiede una soluzione per il futuro di Carige.