Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore Auto:
Proseguono in ribasso le borse europee. Il Ftse Mib e il CAC 40 cedono l’1,3%, mentre il DAX e il Ftse 100 arretrano dell’1,1% e dello 0,2% rispettivamente. A Wall Street il Dow Jones cede l’1,3%, lo S&P 500 l’1% e il Nasdaq lo 0,8%.
Brusco calo delle vendite di auto in Europa a novembre. Secondo i dati di Acea, nei Paesi dell’Unione Europea, dell’area EFTA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) e nel Regno Unito, sono state immatricolate complessivamente il mese scorso 864.119 vetture, il 17,5% in meno rispetto allo stesso mese del 2020. Si riduce così allo 0,8% il recupero delle vendite nel corso del 2021: nei primi undici mesi dell’anno sono state vendute 10.824,670 vetture, una cifra non distante da quella del 2020 caratterizzato dalla pandemia.
Volkswagen è tornata al primo posto sia nei Paesi UE, che allargando il dato ai Paesi EFTA e al Regno Unito, a fronte di un calo della quota di Stellantis nell’area europea al 19,9% (rispetto al 20,8% di un anno prima), con 171.779 vetture vendute (meno 21,2%) a novembre. Negli undici mesi il dato vendite resta in crescita dello 0,8% a quota 2.201.337 per Stellantis.
Nel dettaglio le immatricolazioni di autovetture nell’Unione Europea sono diminuite per il quinto mese consecutivo (-20,5%), per un totale di 713.346 unità vendute. Si tratta del novembre peggiore dal 1993. Perdite a doppia cifra sono state registrate in molti mercati dell’UE, inclusi tre dei quattro principali: Germania (-31,7%), Italia (-24,6%) e Spagna (-12,3%). La Francia ha visto un calo più modesto del 3,2% il mese scorso. Bulgaria, Irlanda e Slovenia sono stati gli unici mercati dell’Ue in crescita.
Undici mesi dopo l’inizio dell’anno, l’impatto della carenza di microchip sulla produzione di veicoli ha trascinato le prestazioni di vendita dell’UE dall’inizio dell’anno in territorio negativo (-0,04%), e questo nonostante la base di confronto minima record del 2020. Tuttavia, tre dei quattro maggiori mercati dell’UE hanno ancora registrato risultati positivi da gennaio a novembre 2021: Italia (+8,6%), Spagna (+3,8%) e Francia (+2,5%). In Germania, invece, le immatricolazioni di auto nuove si sono ulteriormente indebolite (-8,1%) rispetto a un anno fa.
«Continua la nefasta serie rossa dei dati sul mercato automobilistico dell’Europa Occidentale» con una contrazione rispetto al novembre 2019 del 28,7%, in linea con quello dei primi 11 mesi dell’anno, che, rispetto al 2019, è del 25,6%», commenta il Centro Studi Promotor (CSP) facendo riferimento per il confronto all’anno pre-pandemico.
Diverse, spiega il Csp, sono le cause di questa situazione. “In tutta Europa, anche se l’automobile si conferma come il mezzo più sicuro contro la possibilità di contagi nei viaggi, la mobilità ha subito una forte contrazione. In tutta Europa si sta abbattendo sul settore dell’auto un vero tsunami: la crisi nei semiconduttori, che aggiunge ai problemi della domanda anche problemi per l’offerta, fortemente penalizzata da fermate produttive per carenza di semiconduttori. Nei primi 11 mesi del 2021 soltanto i piccoli mercati dell’Islanda e della Norvegia registrano una crescita. Tutti gli altri sono in rosso, compresi i cinque maggiori Paesi che assorbono 7 auto per ogni 10 vendute”.
Per quanto riguarda le prospettive per il 2022 per il mercato italiano, il Centro Studi Promotor ipotizza un volume di immatricolazioni di 1.500.000 unità nell’intero anno, con un calo rispetto al 2019 del 21,7%. «Sarà il terzo anno consecutivo di passione per il mercato italiano e non ci sono ragioni per ipotizzare che la situazione sia diversa nell’intera Europa Occidentale», spiega il CSP.