Bper – Al vaglio del cda le opzioni sul dossier Carige

Oggi si terra un cda di Bper per esaminare le opzioni sul tavolo per Carige, dopo che ieri è scaduto il termine per l’esclusiva richiesto dalla banca modenese al FTID, azionista di controllo di Carige con l’80% del capitale, a seguito dell’offerta non vincolante presentata la scorsa settimana per rilevare l’istituto ligure e della risposta ricevuta dal FITD.

Martedì 14 dicembre, a mercati chiusi, Bper ha annunciato un’offerta non vincolante al FITD per acquisire l’88,3% di Carige, di cui l’8,3% detenuto da Cassa Centrale Banca, al prezzo simbolico di 1 euro, e successivamente lanciare un’Opa sul restante 11,7% a 0,80 euro per azione. La banca emiliana ha posto come condizione che il FITD effettui una ricapitalizzazione preventiva in Carige per 1 miliardo.

L’offerta di Bper sarebbe venuta meno qualora il FITD, entro il 20 dicembre, non avesse concesso a Bper un periodo di esclusiva nonché, ulteriormente, ove le parti non sottoscrivano, entro il prossimo 31 dicembre 2021, un Memorandum of Understanding vincolante (MoU). Il MoU, oltre ai termini puntuali dell’operazione, prevedrà l’obbligo delle parti di sottoscrivere un contratto definitivo di acquisizione entro il 31 gennaio 2022.

Il FITD, al termine del consiglio tenuto giovedì 16 dicembre, ha spiegato che la manifestazione di interesse presentata da Bper per Carige “presenta termini e condizioni da approfondire” e che allo stato, in particolare, per quanto riguarda il livello di ricapitalizzazione richiesto per la banca ligure, “non risulta conforme alle previsioni statutarie (art. 35) relative agli interventi del tipo in questione”.

Il fondo, in base all’articolo 35 dello statuto, può effettuare interventi preventivi nel limite massimo del 50% dei contributi versati dal sistema bancario nell’anno precedente. Tale soglia può essere aumentata in via straordinaria di un ulteriore 20%, con l’esborso massimo che può arrivare a massimi 600-700 milioni.

Ora la palla torna nel campo di Bper. Il cda potrebbe decidere di far decadere l’offerta o, se come ritenuto più probabile dal mercato (ieri Carige ha guadagnato il 6,3%), decidere di riprendere il negoziato, dato che quella del FITD non è stata una chiusura totale. Secondo quanto riporta MF, non è da escludere un rilancio della banca modenese.

A proposito del FITD, secondo quanto si apprende da Il Sole 24 Ore, il FITD avrebbe fornito una precisazione, cioè che il suo intervento a norma di statuto deve seguire il principio del “minor onere”, nel senso che il costo di un intervento preventivo su una banca in difficoltà realizzato mediante la ricapitalizzazione preventiva, come nel caso di Carige, non può essere più costoso rispetto a quello di un’eventuale liquidazione. Solo una volta accertato che la ricapitalizzazione preventiva comporti effettivamente un minore costo, allora si può decidere di intervenire nei limiti imposti dallo statuto.

Per quanto riguarda il miliardo richiesto da Bper, bisogna capire se tale cifra può essere rivista al ribasso. Tale ammontare sarebbe vicina all’effettivo bisogno di cui necessita la banca genovese.

Inoltre, aggiunge il giornale, nel lungo periodo difficilmente i costi di struttura della banca ligure potranno essere sostenibile nel lungo termine su base stand alone. I potenziali esuberi, indica il quotidiano, potrebbero essere 1.300-1.400 su un totale di 3.300 dipendenti totali. Numeri che potrebbero scendere in caso di aggregazione tra i due gruppi.

Secondo rumor riportati da MF, alcuni grandi banche sarebbero favorevoli a un intervento risolutivo su Carige, e anche la Vigilanza approverebbe il progetto presentato da Bper per la banca genovese. La possibile acquisizione di Carige di Bper potrebbe risultare decisiva per la possibile creazione del cosiddetto terzo polo.

Secondo il giornale, è possibile che Bper riduca le proprie richieste nell’intorno dei 650-700 milioni, andando incontro alla posizione del FITD. Non bisogna poi dimenticare che il potenziale acquirente di Carige beneficerebbe di 400 milioni di Dta da convertire in crediti fiscali, e quindi la dote complessiva sarebbe superiore al miliardo.

Intorno alle 10:20 a Piazza Affari le azioni Bper guadagnano l’1,2% a 1,75 euro, mentre le azioni Carige salgono dell’1,2% a 0,74 euro. L’indice di settore segna un rialzo dello 0,9 per cento.