Spetta all’Italia “proporre modalità di uscita dalla proprietà di Mps, tenendo conto degli impegni assunti nel 2017”, l’anno in cui venne autorizzata dall’Antitrust europeo la ricapitalizzazione precauzionale.
Lo ha affermato, secondo quanto riporta Radicor, la responsabile della concorrenza UE Margrethe Vestager nella risposta a un’interrogazione dell’eurodeputato Antonio Tajani (Forza Italia).
L’esponente europeo ha ricorda che le autorità italiane nel 2017 si impegnarono ad adottare misure comprese la vendita di tutte le azioni entro un termine, sulla base dei quali la Commissione UE diede l’ok agli aiuti di Stato.
“Gli Stati membri hanno la facoltà di proporre modifiche ai loro impegni. In seguito, la Commissione valuta se le modifiche proposte siano giustificate e bilanciate da misure capaci di mantenere l’equilibrio della decisione iniziale in materia di aiuti di Stato e di garantire la compatibilità i tali aiuti”, ha spiegato la Vestager.
Sulla questione è intervenuto il premier Mario Draghi, il quale nel corso della conferenza stampa di fine anno ha affermato: “Non credo ci sia difficoltà nel dialogo con la Commissione UE” per quanto riguarda il dossier Mps, parlando a proposito degli aiuti di Stato.
“La pandemia ha cambiato molto anche le regole sugli aiuti di Stato. La Commissione ha appena prorogato l’esenzione o la sospensione delle regole per ancora qualche mese nel ’22. Questo deriva dalla consapevolezza che gli investimenti necessari per attuare le transizioni in corso non si possono fare senza il ruolo dello Stato. Le regole sugli aiuti di Stato devono tornare a essere compatibili con l’appello agli investimenti ‘trasformativi’ a cui ci chiama l’Unione europea”, ha sottolineato il Presidente del Consiglio.