Il Ftse Italia Banche ha terminato il 2021 a +35,9% y/y, rispetto al +36,3% dell’analogo indice europeo, sostenendo anche il Ftse Mib (+23% y/y).
In Europa (inclusa l’Italia) e nel Mondo il focus è rimasto sull’andamento dei contagi e sulle possibili nuove restrizioni, oltre che sulla prosecuzione della campagna vaccinale. Attenzione amplificata dall’arrivo della variante Omicron.
Altri elementi su cui sono focalizzati gli investitori sono stati le pressioni inflazionistiche e le mosse delle banche centrali per farvi fronte, oltre alle preoccupazioni legati ai problemi del colosso immobiliare cinese Evergrande.
In questo scenario, con lo spread che ha oscillato in area 120-140 pb, il comparto bancario ha archiviato un ottimo anno, sostenuto anche dalle attese sul consolidamento.
Sul Ftse Mib UniCredit (+77,1% y/y) ha visto l’arrivo di Andrea Orcel al timone, il quale ha tentato di arrivare di rilevare un perimetro ben definito di Mps per poi interrompere le trattative con il Tesoro, varando poi un nuovo piano industriale su base stand alone al 2024, in cui si prevede di remunerare gli azionisti per 16 miliardi su base cumulata.
Intesa Sanpaolo (+24,1% y/y) ha portato a termine con successo l’integrazione di Ubi, confermandosi tra le banche più solide e profittevoli in Italia e in Europa. Banco Bpm (+46% y/y) è stata al centro dell’attenzione dei mercati in ottica M&A, salvo poi varare un nuovo piano industriale su base stand alone al 2024, in cui si prevede di raggiungere un utile netto di oltre 1 miliardo a regime.
Bper (+22,8% y/y) ha portato a termine con successo l’integrazione delle filiali rilevate da Intesa Sanpaolo e presentato un’offerta non vincolante per acquisire Carige. Mediobanca (+34,1% y/y) ha visto rafforzarsi la posizione di Leonardo Del Vecchio quale primo azionista.
Sul Mid Cap per Mps (-14,5%) è sfumata la possibilità di un’integrazione con UniCredit e il Tesoro, primo azionista della banca senese, ha avviato interlocuzione con le autorità europee per prorogare il termine della presenza pubblica nel capitale, nel cui ambito il Cda ha approvato un nuovo piano industriale al 2026, in cui è stimato un aumento di capitale da 2,5 miliardi da effettuarsi nel 2022. Banca Popolare di Sondrio (+68,1%) ha portato avanti l’iter per la trasformazione in Spa, mentre Credem (+32%) ha finalizzato l’acquisizione di CariCento.
Sullo Small Cap l’attenzione si è concentrata su Carige (riammessa a Piazza Affari lo scorso 27 luglio), con il FITD, azionista di maggioranza della banca ligure che ha portato avanti l’iter per cedere la propria quota. Il socio di riferimento di Banca Profilo (+0,9% y/y) ha lavorato per valorizzare la quota di controllo. Banca Finnat (+17,7% y/y) ha approvato il nuovo piano strategico al 2023, in cui si prevede di raggiungere masse per 18 miliardi a regime.