Rumor sui dettagli relativi all’accordo di distribuzione tra Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti (CDP), il cui rinnovo fino per il periodo 2021-2024 era stato annunciato lo scorso 16 dicembre 2021.
Il risparmio postale, garantito dalla Repubblica italiana, include libretti di risparmio postale per un totale di 103 miliardi e buoni fruttiferi postali per un totale di 216 miliardi. Prodotti di risparmio unici da quasi 150 anni che oggi godono della fiducia di 27 milioni di italiani.
Secondo l’accordo, il collocamento e la gestione di buoni e libretti continueranno a essere remunerati da commissioni annue, differenziate sulla base della tipologia dei prodotti, l’ammontare delle quali rimane sostanzialmente in linea con gli anni precedenti, con un minimo di 1,6 miliardi e un massimo di 1,85 miliardi, a fronte di obiettivi di raccolta netta concordati.
Lo schema di remunerazione del collocamento dei buoni, precedentemente basato in prevalenza su commissioni up-front, ora prevede una remunerazione mista, in parte legata a commissioni up-front (differenziate per anno di emissione e tipologia del buono) e in parte a commissioni di gestione annue (differenziate per anno di emissione del buono), che meglio garantisce la sostenibilità del servizio.
Secondo quanto riporta MF, l’intesa prevede che la remunerazione da corrispondere a Poste Italiane (per legge distributore esclusivo del risparmio postale), in parte legata a commissioni di collocamento e in parte di gestione, sia collegata al raggiungimento di obiettivi annuali di raccolta netta complessiva che non dovrà essere superiore a 12 miliardi di deflussi netti nei 4 anni d’accordo, e di 16,5 miliardi di deflussi dai libretti.
Secondo quanto si apprende dal giornale, nell’accordo sono stati inseriti meccanismi di governance per assicurare un adeguato presidio delle attività e degli investimenti inerenti al servizio di raccolta del risparmio postale.
Il tutto attraverso la creazione di un Comitato Direttivo (presieduto in modo congiunto dal responsabile BancoPosta di Poste Italiane e dal Chief Financial Officer di Cdp) che, a sua volta, ha la possibilità di convocare il Comitato di Supervisione, composto dai due Ceo, Dario Scannapieco (CDP) e Matteo Del Fante (Poste Italiane) per un’eventuale rivisitazione dell’intesa.