Nella settimana dal 3 al 7 gennaio 2022 il settore commercio ha riportato complessivamente un +1,9%, sovraperformando il corrispondente europeo (-3,5%) e il Ftse Mib (+1%).
La prima settimana del 2022 si è aperta all’insegna degli acquisti per i mercati, ma le indicazioni restrittive emerse dalle minute della Fed hanno spento l’entusiasmo. La banca centrale americana sembra infatti intenzionata ad accelerare la rimozione degli stimoli monetari e il rialzo dei tassi, con tre interventi nel 2022 probabilmente a partire da marzo.
Venerdì sono stati diffusi i dati americani sul mercato del lavoro, con un numero di nuovi impieghi sotto le attese ma un calo della disoccupazione al 3,9% e un incremento oltre le aspettative dei salari medi orari.
Scivolone di Campari (-6,3%) che, dal 27 al 31 dicembre 2021, ha acquistato 138.800 azioni proprie al prezzo medio di 12,8600 euro per azione per un controvalore complessivo di 1.784.962,57 euro.
Tra le mid denaro su Autogrill (+5,3%), mentre tra le small fa meglio I Grandi Viaggi (+4%).
Segue IVS Group (+1,4%) che ha sottoscritto con un gruppo di azionisti di GeSA un contratto finalizzato all’acquisizione del 75,8% del capitale della stessa GeSA. L’acquisto di tale partecipazione, unitamente alla quota del 24,2% di GeSA detenuta dal Gruppo Liomatic, con cui IVS Group ha firmato a fine ottobre 2021 un accordo analogo, consentirà di raggiungere il pieno controllo anche di GeSA, che entrerà pertanto nel perimetro di consolidamento di IVS Group all’esecuzione dell’operazione. Il prezzo è stato fissato in via preliminare in 84 milioni, soggetto ad aggiustamento prezzo in funzione della posizione finanziaria netta al closing.
Unieuro (+0,7%) fra il 27 e il 30 dicembre 2021, ha acquistato 50.000 azioni ordinarie proprie (lo 0,2416% del capitale sociale) per un controvalore complessivo di 1.048.847,50 euro.
Newlat (+0,5%) nel periodo dall’1 al 30 dicembre 2021 ha acquistato 389.650 azioni ordinarie (lo 0,89% del capitale sociale) al prezzo unitario medio di 6,24 euro per un controvalore complessivo di coltre 2,4 milioni.
ePrice (-4,5%) ha reso noto che l’indebitamento finanziario netto del gruppo a fine novembre 2021 era pari a 6,5 milioni (3,3 milioni escludendo impatto IFRS 16), stabile rispetto a 6,5 milioni (3,2 milioni senza IFRS 16) di fine ottobre 2021.