Il Ftse Mib ha chiuso la settimana dal 3 a 7 gennaio 2022 con un rialzo complessivo dell’1% a 27.618 punti.
La prima settimana del nuovo anno si è aperta all’insegna degli acquisti per i mercati, ma le indicazioni restrittive emerse dalle minute della Fed hanno spento l’entusiasmo. La banca centrale americana sembra infatti intenzionata ad accelerare la rimozione degli stimoli monetari e il rialzo dei tassi, con tre interventi nel 2022 probabilmente a partire da marzo.
Venerdì sono stati diffusi i dati americani sul mercato del lavoro, con un numero di nuovi impieghi sotto le attese ma un calo della disoccupazione al 3,9% e un incremento oltre le aspettative dei salari medi orari.
Il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale nelle cinque sedute ha segnato un +3,1%, rispetto al +3,7% del corrispondente indice europeo.
In frenata le quotazioni del greggio dopo aver annullato i precedenti guadagni innescati dalle tensioni in Kazakistan e i vincoli sull’offerta.
L’Opec e i suoi alleati hanno concordato di procedere con il prossimo aumento della produzione di 400.000 barili al giorno previsto per febbraio, in un contesto caratterizzato da una domanda solida malgrado l’impatto della variante Omicron. Il gruppo si attiene dunque al proprio piano per ripristinare gradualmente la produzione interrotta durante la pandemia.
I dati settimanali dell’Energy Information Administration sulle scorte americane hanno evidenziato che lo stock di greggio è diminuito di circa 3,6 milione di barili rispetto ai -3,2 milioni attesi dagli analisti e ai -3,1 milioni di barili del dato Api. In calo di circa 1,5 milioni di barili, invece, le scorte di benzina rispetto ai +0,6 milioni attesi dagli analisti (-0,3 milioni il dato Api).
Tornando al comparto oil & gas di Piazza Affari, tra le big denaro in particolare su Tenaris (+6,4%) e Saipem (+6,1%).
Tra le mid, in evidenza Maire Tecnimont (+7%).
Saras (+2,9%) ha comunicato i dati settimanali sul margine di raffinazione medio dell’area Mediterranea (EMC Benchmark). Il margine di raffinazione medio al 31 dicembre 2021 si è attestato a +2,2 dollari/barile, in calo rispetto ai +2,4 dollari rilevati la settimana precedente.
Tra le small D’Amico (0,0%) ha rifinanziato il debito in scadenza nel 2022.