Carige – Scattano i realizzi (-10,6%) dopo esclusiva a Bper, il prezzo si allinea a quello Opa

Scattano i realizzi su Carige dopo l’ufficialità relativa alla concessione dell’esclusiva da parte del FITD a Bper per acquisire la quota di controllo (80% del capitale) della banca ligure.

Intorno alle 10:00 il titolo cede il 10,6% (finendo in asta di volatilità) a 0,80 euro, allineandosi al prezzo dell’Opa che sarà lanciata da Bper sul restante 20% del capitale. L’indice di settore sale dello 0,1 per cento.

Nei giorni scorsi le quotazioni della banca ligure sono state oggetto di un significativo rally in scia ai rumor dell’entrata in scena, oltre a Bper, di altri player interessati ad acquisire la partecipazione in mani al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), tra cui Crédit Agricole Italia (poi ritiratasi) e il fondo di private equity Cerberus.

Il Comitato di gestione del FiTD ha deliberato di concedere a Bper Banca un periodo di esclusiva di 4 settimane per il completamento di una due diligence confirmatoria e la definizione di un contratto di acquisizione di Carige nel più breve tempo possibile e comunque non oltre il 15 febbraio 2022.

La scelta del fondo arriva dopo una “valutazione comparativa delle offerte non vincolanti ricevute” e “un articolato processo di valutazione con interlocuzioni e approfondimenti condotti con un numero considerevole di soggetti potenzialmente interessati”.

La decisione, riporta la nota, “si inquadra nell’ambito del processo di cessione della partecipazione avviato il 2 aprile 2021” e “nel rispetto delle previsioni statutarie e di legge riguardanti gli interventi preventivi del fondo” che prevedono “specifici limitativi qualitatativi (procedure competitive e trasparenti, economicità e partecipazione di un soggetto terzo) e quantitativi (principio del minor onere, limiti alla possibilità di intervento)”.

L’offerta di Bper non ha natura vincolante e in caso di perfezionamento dell’operazione prevede il lancio da parte di Bper Banca di un’Opa sulle restanti azioni di Carige non detenute dal FITD e dallo Schema Volontario di Intervento (SVI) per un corrispettivo di 0,80 euro per azione.

Gli elementi caratterizzanti la nuova offerta di Bper sono:

  • l’ammontare del versamento in conto capitale in Carige richiesto ai soci venditori prima del closing, ora pari a 530 milioni (dal precedente miliardo);
  • la partecipazione che Bper acquisirà per un corrispettivo pari a 1 euro, ora pari a circa l’80% dell’attuale capitale sociale di Carige e corrispondente all’intera interessenza detenuta dai soci venditori.

La nuova offerta, nel confermare la forte valenza strategica ed industriale dell’operazione, intende altresì assicurare la definitiva risoluzione delle problematiche di Carige a tutela della clientela, degli azionisti di minoranza e di tutti gli stakeholders.

I possibili offerenti avevano un quadro più chiaro della situazione di Carige, dopo che nelle scorse settimane il Tribunale di Genova ha respinto la causa per risarcimento danni da 480 milioni presentata da Malacalza Investimenti, ex azionista di riferimento di Carige.

Inoltre, nei giorni scorsi le Camere hanno dato il via libera alla Legge di Bilancio che estende fino al 30 giugno il termine per convertire le Dta in crediti fiscali in caso di aggregazioni. Si tratta di una dote che per Carige ammonta a circa 380 milioni (320 milioni netti).

La vicenda è osservata da vicino anche dalla BCE, che da tempo chiede un quadro più chiaro sul futuro della banca ligure. Inoltre, la banca ligure, nel caso non trovasse un partner, dovrebbe varare un aumento di capitale da 400 milioni, di cui la gran parte dovrebbe essere sottoscritto dallo stesso FITD.

Non bisogna dimenticare che il fondo, secondo quanto previsto dallo statuto, non può essere a lungo titolare di una quota, ragion per cui dovrà alla fine uscire dal capitale di Carige, il cui iter è partito lo scorso aprile.