Azimut – Atteso un utile netto record 2021 tra 600-605 mln (350-500 mln precedente guidance)

Sulla base dei primi dati di sintesi e delle stime dei risultati del 2021, Azimut prevede di chiudere il bilancio 2021 con il miglior utile netto consolidato della storia del gruppo, compreso fra 600 e 605 milioni, superiore alla guidance fornita al mercato (pari a 350–500 milioni).

Si precisa che la forchetta di utile netto 2021 non include il riallineamento dell’avviamento in Italia, precedentemente contabilizzato per circa 30 milioni, a seguito della facoltà di revoca esercitata ai sensi della legge di Bilancio 2022.

Alla fine del 2021, il patrimonio del business estero ha raggiunto il 40% del totale, e la contribuzione all’Ebitda gestionale dell’estero è stimata a circa 70 milioni, nonostante il permanere di un contesto di elevata volatilità sui mercati, in particolare emergenti, e il consolidamento di Sanctuary Wealth dal primo trimestre del 2021, che è ancora in una fase di grandi investimenti e forte crescita.

Nel 2021 Azimut ha registrato una raccolta netta di 18,7 miliardi, raggiungendo così un patrimonio complessivo pari a 83,2 miliardi (+38% rispetto a fine 2020). Nel solo mese di dicembre la raccolta netta è stata pari a 1,4 miliardi.

Nel 2021 i clienti del gruppo hanno beneficiato di una performance media netta ponderata del +6,5% (+1,6% rispetto all’indice Fideuram).

Nell’anno appena concluso spiccano in particolare il segmento Private Markets, che è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente e a dicembre 2021 ha raggiunto 4,6 miliardi di di AUM (rispetto a 2 miliardi di euro di fine 2020) grazie allo sviluppo di nuovi prodotti sia in Italia sia negli Usa.

Il Gruppo ha inoltre dato una forte spinta alle attività Fintech, come evidenziato dal recente rafforzamento della partnership con Mamacrowd, la più grande piattaforma italiana di equity crowdfunding, con il 35% di quota di mercato, che permette di investire nelle migliori start-up e PMI italiane, e dalle numerose altre iniziative nate nel 2021 tra cui si ricordano le attività di:

  • Neofinancing/Neolending: Azimut attraverso il progetto di Banca Sintetica, quale alternativa ai tradizionali canali di finanziamento per le imprese, ha attivato l’erogazione di prestiti garantiti alle PMI italiane attraverso la tecnologia di Azimut Capital Tech (in partnership con Opyn) e i suoi prodotti alternative credit per oltre 345 milioni di euro con un obiettivo complessivo di 1,2 miliardi entro il 2025;
  • Azimut Direct: la fintech del gruppo Azimut specializzata in minibond, direct lending, private e public equity che nell’anno ha originato o intermediato circa 170 milioni di debito e 60 milioni di equity. Azimut Direct supporta la crescita e lo sviluppo delle PMI italiane attraverso un’azione congiunta di consulenza, strutturazione e collocamento di strumenti di finanza alternativa presso investitori istituzionali e privati qualificati. Azimut Direct, insieme ad Azimut Capital Tech hanno raggiunto nel 2021 una market share di oltre il 20% nel fintech lending in Italia;
  • Azimut Marketplace: il punto di accesso privilegiato per le PMI a una serie di servizi finanziari delle migliori società di tecnologia finanziaria presenti sul mercato – tra cui società fintech collegate al gruppo Azimut – attraverso una piattaforma digitale, semplice e sicura, che sfrutta appieno le potenzialità della direttiva PSD2 (Payment Services Directive 2) e dell’open banking. Nei primi due mesi di attività Azimut Marketplace ha raggiunto 1.000 clienti sulla piattaforma;
  • AZIM Token: il primo Security Token al mondo nell’asset management che cartolarizza un portafoglio di 5 milioni di euro di prestiti alle piccole e medie imprese italiane, trasformando investimenti solitamente illiquidi, come quelli dei private markets, in liquidi e immediatamente trasferibili grazie alla tecnologia blockchain.

Tramite lo sviluppo di queste iniziative e la crescita futura di prodotti e servizi, da un lato a supporto delle imprese, e dall’altro come elemento di ulteriore diversificazione nei portafogli della clientela retail, Azimut vuole diventare un punto d’accesso privilegiato per tutte le imprese italiane che cercano accesso al credito e servizi di advisory ad alto valore aggiunto grazie anche alla raccolta di capitali privati che necessitano di un rendimento adeguato in un mondo a tassi zero negativi.

Inoltre, Azimut è in grado di assistere le imprese che abbiano necessità di strutturare operazioni di equity, così come seguirle nel processo di internazionalizzazione, anche grazie alla sua presenza in 17 Paesi.

Infine, l’attività del gruppo in Italia nel corso del 2021 ha registrato 141 nuovi ingressi, portando il totale a fine 2021 a 1.840 consulenti finanziari.

Il gruppo Azimut informa che ha presentato istanza per una modifica alle commissioni applicate ai fondi lussemburghesi presso l’autorità di vigilanza locale che allineerà il metodo di calcolo delle commissioni variabili alle nuove linee guida ESMA.

Tale nuovo sistema di calcolo implicherà un TER per i clienti in linea con la media storica, con una componente ricorrente più elevata e l’introduzione di un sistema che, in caso di sotto-performance rispetto al benchmark, prevedrà la restituzione di una parte delle commissioni ricorrenti.

La società fornirà nuove informazioni e maggiori dettagli sulla nuova struttura commissionale una volta concluso l’iter autorizzativo con le autorità di vigilanza competenti.

Gabriele Blei, Ad di Azimut, ha commentato: “Il triennio appena terminato ha messo alla prova un management team con 5 amministratori delegati, durante una pandemia affrontata dai governi e dalle banche centrali con misure senza precedenti. In tre anni abbiamo generato utili netti cumulati per oltre 1,35 miliardi, mentre i clienti hanno beneficiato di una performance media netta ponderata di oltre il 16% nello stesso periodo. La spinta all’internazionalizzazione, sia in termini distributivi che gestionali, grazie al Global Team, sono ormai un pilastro della crescita futura.

La democratizzazione dell’economia reale in Italia e all’estero, con 8,4% delle masse gestite, costituisce un ulteriore elemento di diversificazione, innovazione di prodotto e creazione di valore per clienti e azionisti.

Gli investimenti nel fintech ci porteranno verso nuovi business e ad un ulteriore evoluzione del gruppo. Oggi dobbiamo guardare ad Azimut come una holding di partecipazioni, diversificata per attività e geografie, che come tale, ha al suo interno un valore inespresso che il mercato non ha ancora apprezzato.

Secondo le nostre stime basate su multipli di mercato locali così come transazioni di M&A nei rispettivi paesi, la somma delle parti delle attività all’estero, private markets, fintech e il business tradizionale valgono circa 8-10 miliardi”.

Pietro Giuliani, presidente di Azimut, ha commentato: “Dalla nostra quotazione (luglio 2004) ad oggi il titolo Azimut ha reso il 1.193%, rendendo all’azionista oltre il 68% all’anno da oltre 17 anni”.