Mercati Asiatici – Seduta ben intonata per Cina e Giappone all’indomani del discorso di Powell

Giornata in rialzo per i principali indici asiatici dopo la seduta positiva di ieri a Wall Street, con il focus che resta sulle tempistiche delle prossime mosse di politica monetaria da parte della Fed e sull’impatto della variante Omicron sull’economia.

“Se l’inflazione continuerà a essere più alta delle previsioni, dovremo aumentare i tassi d’interesse più volte. Se sarà necessario un aumento più aggressivo dei tassi, la Fed lo farà. Probabilmente rimarremo in un’era di tassi d’interesse molto bassi”, ha affermato il presidente della Fed, Jerome Powell, nel corso dell’audizione in commissione Bancaria del Senato per la sua nomina per un secondo mandato alla guida della Fed.

“Il numero di rialzi del fed funds rate, che rimane lo strumento principale della Fed, dipenderà dai dati. Dobbiamo rimanere flessibili alle variazioni del contesto economico”, ha precisato il chairman della Fed.

“La normalizzazione della politica monetaria inizierà nel 2022, richiederà tempo e non dovrebbe danneggiare il mercato del lavoro”, ha aggiunto Powell.

Il processo di normalizzazione di una politica monetaria “ancora molto accomodante” implica che “quest’anno con tutta probabilità porremo fine al tapering a marzo, incrementeremo i tassi nel corso dell’anno e ad un certo punto, forse entro la fine del 2022, consentiremo al bilancio della Fed di ridursi”, ha spiegato ancora Powell.

Il report odierno sui prezzi al consumo statunitensi dovrebbe contribuire a chiarire ulteriormente il quadro.

Resta nel contempo monitorata l’evoluzione della pandemia, con la Cina che ha deciso la cancellazione di oltre due dozzine di voli di linea dagli Stati Uniti nelle ultime settimane dopo che numerosi passeggeri sono risultati positivi al Covid una volta entrati nel Paese.

In Giappone il premier Fumio Kishida ha deciso di estendere le restrizioni alle frontiere in fino a fine febbraio e stabilito nuovi limiti sugli ingressi giornalieri.

Sul fronte macro, l’agenda macro odierna ha visto la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo e dell’indice dei prezzi alla produzione cinese di dicembre, saliti rispettivamente dell1,5% su base annua (+1,8% le attese e +2,3% il dato precedente) e del 10,3% su base annua (+11,1% il consensus e +12,9% la rilevazione precedente).

Per i prezzi alla produzione cinesi si tratta della lettura più bassa da agosto, scontando l’impatto delle misure messe in campo dal governo per garantire l’offerta e controllare l’aumento delle materie prime. Il tutto ha alimentato le speculazioni su un possibile taglio dei tassi per attutire il rallentamento dell’economia della seconda economia mondiale.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si muove in area 1,1360 e il dollaro yen a 115,38. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,1%) a 83,68 dollari al barile e il Wti (+0,1%) a 81,33 dollari al barile. Oro a 1.817,85 dollari l’oncia (0,0%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen si muovono rispettivamente a +0,8% e +1,3%. Hong Kong a +2,6%, ai massimi da cinque settimane.

In Giappone il Nikkei e il Topix guadagnano rispettivamente l’1,9% e l’1,6%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (+1,4%), S&P 500 (+0,9%) e Dow Jones (+0,5%).