Generali – Procedono i lavori per la lista del board uscente

Resta alta l’attenzione sulla governance di Generali in vista dell’assemblea del prossimo 29 aprile chiamata a rinnovare il board. Nella riunione tenutasi ieri, il cda uscente è riuscito a mettere a punto una lista di una ventina di nomi tra i quali selezionare successivamente 13 potenziali consiglieri.

Lo si apprende da MF, secondo cui il primo passaggio formale in tal senso è stato portato a termine da 11 consigliere dopo le dimissioni di Francesco Gaetano Caltagirone e Romolo Bardin (rappresentante di Del Vecchio).

Il vertice è stata anche l’occasione per discutere sulle possibile iniziative da intraprendere dopo i rilievi manifestati dai consiglieri dimissionari sulle dinamiche di governo societario, a cui aveva già risposto in maniera decisa il presidente Gabriele Galateri.

Il cda, dopo avere preso atto delle dimissione dei suddetti consiglieri, “ha respinto categoricamente le motivazioni addotte nelle comunicazioni di dimissioni, rimarcandone l’assoluta infondatezza e censurandone il carattere spesso offensivo”, si legge in una nota.

Inoltre, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore e MF, il consigliere indipendente Sabrina Pucci avrebbe rassegnato le proprie dimissioni dal comitato nomine ad hoc, organo appositamente creato per definire la lista del board uscente, anche a seguito di interlocuzioni con la Vigilanza.

Con l’uscita della Pucci, oltre a quelle di Caltagirone e Bardin, il numero dei componenti sarebbero scesi da sette a quattro (Diva Moriano, Roberto Perotti, che aveva preso a dicembre il posto di Clemente Rebecchini, Lorenzo Pellicioli e Alberta Figari).

Formalmente sia il cda che il comitato ad hoc possono continuare la loro attività senza ostacoli, e starà al board decidere se e quando inserire due nuovi consigliere in sostituzione dei dimissionari e integrare l’organo ad hoc.

Secondo MF, i riflettori sarebbero puntati anche sulle possibili decisioni del consigliere Paolo Di Benedetto, che lo scorso settembre aveva votato contro la lista del cda.

Tornando a Del Vecchio e Caltagirone, l’uscita dal cda consente ai due imprenditori di acquistare titoli di Generali senza particolari obblighi informativi, salvo al superamento di soglie rilevanti. Il patto (che al momento raggruppa il 16,133% del capitale, includendo anche la Fondazione Crt), in teoria, potrebbe salire fino 19,9% del capitale senza essere obbligati a comunicarlo, superando il 17,25% (considerando il contratto di prestito titoli sul 4,43% del capitale) dei diritti di voto in capo a Mediobanca.

altagirone e Del Vecchio, con l’ausilio di alcuni consulenti (Bain & Company, Vittorio Grilli e Fabrizio Palermo), punterebbero a mettere nero su bianco entro metà febbraio il loro piano industriale alternativo, i cui pilastri sarebbero stati individuati nell’asset management, nell’M&A, nelle aree geografiche chiave, nel ruolo dell’IT e nell’area finanza. In merito alla lista alternativa a cui starebbero lavorando i due imprenditori, non sarebbero confermate le indiscrezioni circa una potenziale candidatura di Paola Severino alla presidenza.

La vicenda resta attentamente monitorata dalle authority. Secondo alcuni giornali, la Consob oggi riunisce il consiglio che dovrebbe occuparsi del dossier Generali.

Secondo MF, giovedì LA Consob dovrebbe dare il suo giudizio definitivo sui questiti posti da Caltagirone, in particolare con riferimento alla legittimità della lista varata dal board uscente, mentre i tempi potrebbero essere più lunghi in merito all’utilizzo dello strumento del prestito titoli da parte di Mediobanca per aumentare la quota con diritti di voto.

Intorno alle 09:45 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,8% a 18,71 euro, un andamento in linea con l’indice di settore (-0,8%).