Mercati – Milano in controtendenza (-0,4%), in luce Moncler (+3,8%)

Piazza Affari prosegue in ribasso mentre gli altri principali indici europei viaggiano sopra la parità, in linea con i futures di Wall Street. Il Ftse Mib cede lo 0,4% in area 27.380 punti, arretrato rispetto al Dax di Francoforte (+0,2%), il Ftse 100 di Londra (+0,2%), il Cac 40 di Parigi (+0,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,6%).

Frazionali rialzi per i derivati su Dow Jones, S&P500 e Nasdaq, dopo il sell-off della seduta precedente alimentato dalla prospettiva di una stretta monetaria più rapida del previsto da parte delle banche centrali per contrastare l’elevata inflazione.

La svolta restrittiva della Fed, le difficoltà causate dalla variante Omicron e l’elevata inflazione hanno incrementato la volatilità sull’azionario nelle ultime settimane. L’aumento dei rendimenti obbligazionari in scia alle aspettative di più rialzi dei tassi di interesse sta spingendo gli investitori a rivalutare diversi asset, penalizzando soprattutto i titoli più cari e con grandi aspettative di crescita, come i tecnologici.

Lo yield del decennale americano è balzato sui livelli pre-pandemia in area 1,9%, ma secondo i trader potrebbe anche superare la soglia del 2% entro fine anno, mentre prende corpo l’ipotesi di un ritocco dei tassi superiore allo 0,25% nel meeting di marzo del Fomc.

Per quanto riguarda i dati macro, l’inflazione in Germania è stata confermata al 5,3% a dicembre, mentre in Gran Bretagna l’indice dei prezzi al consumo è salito inaspettatamente al massimo dal 1992, aumentando la pressione sulla Bank of England per un intervento restrittivo.

In Cina, invece, la banca centrale si è impegnata a utilizzare più strumenti di politica monetaria per aiutare l’economia e alleviare lo stress del settore creditizio afflitto dalla crisi immobiliare.

Intanto entra nel vivo la stagione delle trimestrali, con i conti di Morgan Stanley, Bank of America e Procter & Gamble all’indomani del crollo di Goldman Sachs in scia a risultati sotto le attese.

Sul Forex l’euro/dollaro risale a 1,135 dopo la discesa della vigilia mentre il cambio fra biglietto verde e yen è poco mosso a 114,5.

Tra le materie prime prosegue la corsa delle quotazioni del greggio con il Brent (+1,2%) a 88,5 dollari e il Wti (+1,4%) a 86,0 dollari, sempre sui massimi dal 2014. Ha riaperto, nel frattempo, l’oleodotto che collega l’Iraq alla Turchia, precedentemente colpito da un’esplosione che aveva ridotto le forniture strategiche.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia lievemente a 134 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,35% e quello tedesco in positivo, seppur di pochissimo, per la prima volta dal 2019.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap si distingue Moncler (+3,8%) sostenuta dalla buona intonazione del lusso dopo i conti di Prada e Richemont. Bene anche Iveco (+1,7%) e Saipem (+1,6%) mentre arretra ancora Telecom Italia (-3,5%), dopo la buona accoglienza del Cda al piano del DG Labriola che riduce le possibilità di buon esito dell’offerta di KKR. In calo anche Recordati (-3%) e Prysmian (-2,4%).