Oil & Gas (+0,4%) – Ancora in rialzo Tenaris (+2,1%)

Chiusura negativa per le borse europee, in un clima appesantito dalle ipotesi di una stretta monetaria anticipata da parte delle banche centrali che penalizza soprattutto il settore tecnologico, più sensibile a un rialzo dei tassi di interesse.

A Milano il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni con un -0,7% a 27.483 punti. Il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale ha segnato un +0,4%, rispetto al +1% del corrispondente indice europeo.

I futures sul greggio si sono riportati sui massimi dal 2014, alimentando ulteriormente le pressioni sui prezzi che stanno inducendo le banche centrali ad agire più rapidamente per contenere l’inflazione.

I minori timori circa l’impatto della variante Omicron sulla domanda insieme alla diminuzione delle scorte di petrolio stanno contribuendo a spingere le previsioni sui prezzi a 100 dollari al barile nella seconda parte dell’anno.

Goldman Sachs ha alzato le stime sul Brent per il 2022 e per il 2023, prevendendo che i prezzi possano raggiungere i 100 dollari nel terzo trimestre. Secondo la banca americana, i fondamentali robusti hanno invertito il crollo dei prezzi lo scorso anno, mantenendo a sorpresa il mercato in deficit e con Omicron che fino ad ora ha avuto un minor impatto della variante Delta.

A ciò si aggiungono le rinnovate tensioni nel Golfo Persico, dopo che i ribelli Houthi dello Yemen hanno rivendicato un attacco con i droni contro tre depositi petroliferi negli Emirati Arabi Uniti.

Tra le big del comparto ancora in rialzo Tenaris (+2,1%), che ha portato il guadagno da inizio anno oltre il +16%. Positiva anche Eni (+0,4%), mentre ha chiuso in rosso Saipem (-2,7%).

Nel segmento delle piccole e medie capitalizzazioni poco sotto la parità Maire Tecnimont (-0,3%), mentre le vendite hanno colpito in particolare Saras (-2,2%).