Mercati – Wall Street sostiene l’Europa, Milano termina a +0,7%

Finale perlopiù positivo per le borse europee, trainate sui massimi intraday dal rimbalzo dei listini americani. Il Ftse Mib chiude le contrattazioni in rialzo dello 0,7% a 27.570 punti, ben intonato come il Dax di Francoforte (+0,6%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,4%) e il Cac 40 di Parigi (+0,3%), poco mosso il Ftse 100 di Londra (-0,1%).

Oltreoceano, hanno accelerato Dow Jones (+1,2%), S&P500 (+1,3%) e Nasdaq (+1,7%) con focus prevalentemente sulla stagione di trimestrali aspettando stasera i conti di Netflix, mentre si allenta la pressione sui rendimenti obbligazionari che ha penalizzato soprattutto i tecnologici nelle ultime sedute.

Il Treasury decennale torna così in area 1,83%, dopo aver sfiorato l’1,9% in scia alla prospettiva di una stretta monetaria più rapida delle attese da parte della Fed. Il presidente americano Joe Biden ha affermato che è compito della banca centrale tenere a freno l’aumento dei prezzi, allentando gli stimoli attraverso un rialzo dei tassi di interesse e una riduzione del bilancio.

Dinamica che tuttavia potrebbe aumentare ulteriormente la volatilità sui mercati azionari, in un contesto frenato anche dalle incertezze legate alla pandemia e alle limitazioni nelle forniture.

Christine Lagarde, presidente della Bce, ha invece escluso nuovamente un aumento dei tassi nell’eurozona, sottolineando come le pressioni inflazionistiche siano più deboli e la ripresa meno avanzata rispetto agli Usa. Le minute relative all’ultima riunione mostrano concordanza tra i membri del consiglio direttivo sul fatto che l’accelerazione dei prezzi sia guidata in gran parte da fattori temporanei e dovrebbe dunque attenuarsi nel corso dell’anno.

I dati macro hanno confermato la crescita tendenziale dei prezzi al consumo dell’eurozona al 5% a dicembre, mentre le richieste di sussidi di disoccupazione statunitensi sono salite la scorsa settimana al massimo da tre mesi, evidenziando l’impatto della variante omicron sul mercato del lavoro. In crescita oltre le attese, invece, l’indice manifatturiero della Fed di Philadelphia (23,2 punti a gennaio).

In Cina, la banca centrale ha tagliato i costi di finanziamento per supportare l’economia in rallentamento mentre le autorità stanno considerando di facilitare l’accesso dei costruttori a determinati fondi per affrontare la crisi di liquidità del settore.

Sul Forex l’euro/dollaro è stabile a 1,134 e il cambio fra biglietto verde e yen arretra a 114,1.

Tra le materie prime, riprendono a salire le quotazioni del greggio, con il Brent (+1%) a 88,2 dollari e il Wti (+1,3%) a 85,8 dollari, nonostante il lieve aumento delle scorte americane emerso dai dati settimanali dell’Energy Information Administration.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si riduce a 132 punti base, con il rendimento del decennale italiano in discesa all’1,30% e quello tedesco nuovamente negativo.

Tornando a Piazza Affari, fra le aziende maggiormente capitalizzate rimbalza Telecom Italia (+3,3%), seguita da Enel (+2,8%), A2A (+2,3%) mentre arretrano Saipem (-1,3%), Pirelli (-1,1%) e Stellantis (-1%).