Avvio positivo per le azioni Stm, che guadagnano il 2,8% in area 39,7 euro, a fronte del +1,9% del Ftse Mib, dopo aver perso circa il 5% nelle prime due sedute della settimana.
Il titolo, che resta in calo di circa il 9,5% da inizio anno, ha scontato fin qui le preoccupazioni legate all’aumento dei tassi di interesse, che riduce l’appeal delle società più care come quelle tecnologiche, oltre alla possibilità di una minor domanda di semiconduttori, sostenuta negli ultimi trimestri da una carenza di offerta.
Il produttore italo-francese di chip diffonderà domani i risultati relativi al quarto trimestre 2021. Le stime raccolte da Bloomberg evidenziano un valore medio atteso dei ricavi pari a 3,485 miliardi di dollari, un margine lordo del 44% e un Ebit di 765 milioni. Stm ha diffuso a inizio gennaio i ricavi preliminari del quarto trimestre 2021, pari a 3,56 miliardi di dollari.
Intanto, sono giunte indicazioni positive per il settore dal gigante statunitense Texas Instruments, che ha fornito previsioni ottimistiche per il trimestre in corso, segnalando che la domanda di componenti elettronici rimane forte.
In particolare, l’azienda prevede per il primo trimestre 2022 un fatturato tra 4,5 e 4,9 miliardi e un utile netto per azione tra 2,01 e 2,29 dollari, a fronte di 4,41 miliardi e 1,9 dollari rispettivamente attesi dagli analisti.
Nel quarto trimestre 2021 l’azienda ha superato le aspettative, con aumento degli ordini in tutte le sue aree di prodotto e regioni. L’utile netto è salito da 1,8 a 2,27 dollari per azione (consensus 1,95 dollari) mentre il fatturato è cresciuto del 19% a 4,83 miliardi di dollari (consensus 4,42 miliardi). Nel 2021, le vendite automobilistiche e industriali hanno rappresentato oltre il 60% dei suoi ricavi.
Texas Instruments è il più grande produttore di chip di elaborazione analogici, utilizzati in svariati settori, e i suoi risultati rappresentano un punto di riferimento per la domanda di elettronica. I dirigenti non hanno comunque fornito previsioni sulle tempistiche di un eventuale rallentamento della domanda eccezionale attuale.