A2A ha aggiornato il piano industriale 2021-2030, correggendolo con obiettivi in crescita rispetto al precedente alla luce del 2021 oltre le aspettative.
La Life Company rafforza con ulteriori 2 miliardi di investimenti l’impegno verso la decarbonizzazione, anticipando di 10 anni gli obiettivi previsti da COP26: entro il 2040 il Gruppo raggiungerà la neutralità carbonica sulle emissioni dirette e indirette, rafforzando i business che possono contribuire alla transizione ecologica del Paese.
Economia circolare e transizione energetica si confermano i due pilastri del Piano a cui contribuiscono tutte le Business Unit (Energia, Ambiente e Smart Infrastructures).
Venendo ai target economico-finanziari, A2A prevede una crescita in termini di Ebitda ancora più ambiziosa di quanto indicato lo scorso anno, passando da 1,4 miliardi del 2021 a circa 2,9 miliardi del 2030 (CAGR 2020-2030 pari al 9%), di cui 1,7 miliardi in ambito di Transizione Energetica e 1,2 miliardi nell’Economia Circolare.
L’Ebitda della Business Unit Energia è atteso raddoppiare, da 0,6 miliardi nel 2021 a circa 1,2 miliardi nel 2030, principalmente grazie al contributo della nuova capacità FER (+3,9 GW rispetto al 2020) e all’incremento della base clienti (+150% clienti power e +25% clienti gas rispetto al 2021), anche a seguito del termine del mercato tutelato. Sono inoltre previsti investimenti in flessibilità e l’avvio di un nuovo impianto CCGT ad alta efficienza, funzionale a garantire sicurezza e flessibilità alla rete nazionale nell’importante fase di transizione alle rinnovabili.
La crescita della B.U. Ambiente è trainata sia dalla realizzazione che dall’acquisizione di impianti di trattamento finalizzati alla chiusura del ciclo dei rifiuti, al potenziamento del recupero di materia e di energia. L’Ebitda è atteso crescere da 0,3 miliardi nel 2021 a 0,85 miliardi nel 2030.
Nella B.U. Smart Infrastructures, infine, l’Ebitda è in crescita da 0, 5 miliardi del 2021 a 0,89 miliardi del 2030. Gli importanti investimenti previsti saranno indirizzati soprattutto allo sviluppo delle Rete elettrica e idrica (con gestione impianti di depurazione) e al potenziamento del teleriscaldamento. Verrà potenziato anche il settore della mobilità elettrica, con l’ambizione di essere tra i 3 top charging points operators italiani: al 2030, infatti, il Gruppo A2A deterrà una quota di mercato complessiva in Italia tra il 15% e il 20% con oltre 24 mila colonnine di ricarica installate a fronte di oltre 0,3 miliardi di investimenti. L’Ebitda associato a questo business sarà di 80 milioni al 2030.
La crescita a livello di gestione operativa sarà sostenuta da investimenti per 18 miliardi in arco di piano, in incremento di 2 miliardi rispetto al Piano presentato lo scorso anno. Di questi, 11 miliardi (+15%) saranno focalizzati sulla transizione energetica e i restanti 7 miliardi (+18%) saranno destinati allo sviluppo dell’economia circolare.
Dal punto di vista delle Business Unit, la BU Energia è destinataria di circa 7 miliardi, la BU Ambiente di circa 5 miliardi e la BU Smart Infrastructures di circa 6 miliardi.
Circa il 70% degli investimenti complessivi rientra nella categoria degli investimenti sostenibili in coerenza con i criteri identificati dalla Tassonomia EU. Il 90% degli investimenti contribuisce agli obiettivi di sostenibilità definiti dalle Nazioni Unite.
Anche l’utile netto di Gruppo, escluse le poste non ricorrenti, è destinato a crescere in modo consistente, passando dai 335 milioni del 2020 a circa 780 milioni nel 2030 (+9% crescita media annua).
Confermati a i target di distribuzione dei dividendi agli azionisti, con almeno 8,2 centesimi per azione sull’utile 2021, 8,5 centesimi per azione sull’utile 2022 e 8,7 centesimi per azione sull’utile 2023. Per gli anni successivi confermata una crescita minima pari al 3% all’anno.
Il percorso di finanza sostenibile, partito nel 2018, ha registrato una forte accelerazione: il peso del debito ESG ha raggiunto il 44% nel 2021. La strategia finanziaria di piano permetterà di accrescere il peso della finanza sostenibile a oltre il 70% al 2026 e a oltre l’80% al 2030, migliorando i target previsti nel precedente piano (rispettivamente 60% e 70%).