Mercati Usa – Appesantiti dalla forza del dollaro

Wall Street parte in rialzo e tenta di rafforzare il rimbalzo per almeno metà della seduta, ma cede successivamente sotto i colpi del rafforzamento del biglietto verde, il secondo consecutivo, e delle discese consistenti di alcuni titoli tecnologici.

Il bilancio della giornata registra tutti e quattro gli indici principali in rosso, ma con entità completamente diverse. Il Dow Jones chiude praticamente invariato, mentre lo S&P500 arretra di mezzo punto percentuale. Più marcata, invece, la discesa sia del Nasdaq (-1,4%) ed ancor più del Russell 2000 che lascia sul terreno il 2,3% ed entra ufficialmente in “bear market”, vale a dire cede oltre il 20% rispetto ai massimi storici.

Tesla ed Intel perdono il sette per cento, in scia alla pubblicazione delle loro ottime trimestrali ma che hanno soli il neo di mettere le mani avanti per il resto dell’anno. Netflix recupera invece lo stesso scarto (+7%), mentre sale anche Microsoft (+2%).

VIX in ribasso del cinque per cento a quota 30,5 punti.

Sul mercato obbligazionario si interrompe la salita dei rendimenti con il Tbond che cede quattro punti base chiudendo al 1,8%.

Materie prime a fase alterne. Il petrolio chiude invariato poco al di sopra degli 87 dollari al barile, dopo aver toccato anche gli $88,5, mentre il rame cede oltre due punti percentuali.

Giornata molto negativa, la seconda consecutiva, per i due principali metalli preziosi – oro ed argento – con il metallo più nobile che cede il due per cento scendendo al di sotto del supporto psicologico dei 1.800 dollari l’oncia mentre l’argento ne perde addirittura quattro.

Sul mercato valutario, il dollaro prosegue la marcia di rafforzamento con decisione, in scia al comunicato della Federal Reserve, e chiude a 1,114 nei confronti della moneta unica.