Mercati – Eurolistini in ordine sparso, finale positivo per Piazza Affari (+0,9%)

Chiusura contrastata per le borse europee, con il Ftse Mib di Milano che archivia gli scambi in progresso dello 0,9% a 26.814 punti, sostenuto in parte dalla rielezione di Mattarella e dai dati positivi sul Pil domestico.

Ben intonati anche il Dax di Francoforte (+1%) e il Cac 40 di Parigi (+0,5%), poco mossi il Ftse 100 di Londra (flat) e l’Ibex35 di Madrid (-0,3%). A Wall Street il Dow Jones è sostanzialmente invariato, lo S&P500 guadagna lo 0,7% e il Nasdaq viaggia in rialzo del 2%, con gli operatori sempre intenti a valutare le prossime mosse di politica monetaria e i risultati corporate.

A gennaio l’azionario ha registrato nel complesso la peggior performance mensile dallo scoppio della pandemia e la volatilità potrebbe protrarsi anche nei prossimi mesi, complice la svolta restrittiva della Fed per contrastare le pressioni inflazionistiche. Le ultime indicazioni hanno rafforzato le ipotesi di almeno cinque rialzi dei tassi nel 2022, ma i ritocchi potrebbero anche essere di più.

A tal proposito, il presidente della Federal Reserve Bank di Atlanta, Raphael Bostic, ha aperto ad un aumento di 50 punti base a marzo mentre i trader prezzano un incremento di 100 punti base entro settembre.

Dinamica che ha generato un appiattimento della curva dei rendimenti dei Treasury, ai minimi da un anno, e ha innescato una rivalutazione dei segmenti caratterizzati da valutazioni più elevate.

Nei prossimi giorni l’attenzione si sposterà sulle riunioni della Bce e della Bank of England, in programma giovedì. Francoforte dovrebbe ribadire un monitoraggio dell’inflazione senza modificare la linea di politica monetaria, mentre l’istituto britannico potrebbe alzare il costo del denaro di 25 punti base allo 0,5%.

Focus anche sul prosieguo della stagione di trimestrali, con i conti di colossi come Alphabet, Amazon, Exxon Mobil, Ford e Meta Platforms in arrivo nei prossimi giorni. Delle 172 società dello S&P 500 che hanno presentato i risultati finora, l’81% ha rispettato o superato le attese, attenuando la discesa dell’equity grazie anche a potenziali opportunità di ‘buy on dip’ dopo i recenti cali.

Sempre sotto i riflettori anche l’evoluzione della crisi tra Russia e Ucraina, nel giorno della riunione del consiglio di sicurezza dell’Onu, dopo l’escalation di tensioni delle ultime settimane.

Dall’agenda macroeconomica sono giunte le letture preliminari relative al Pil del quarto trimestre 2021 di Italia (+0,6% trimestrale e +6,4% annuo, sopra le attese) ed Eurozona (+0,3% congiunturale e +0,4% tendenziale, sostanzialmente in linea con le stime). Nel 2021 il Pil italiano è aumentato del 6,5% rispetto al 2020, contro il +5,2% dell’area euro. In Germania l’inflazione a gennaio ha fatto segnare un incremento al 4,9% annuo.

Sul Forex, l’euro/dollaro torna sopra quota 1,12 mentre il cambio fra biglietto verde e yen staziona a 115,3. Tra le materie prime, viaggiano in modesto rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+0,3%) a 88,8 dollari e il Wti (+0,4%) a 87,2 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si contrae a 128 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,29%, dopo la riconferma di Mattarella come presidente della Repubblica.

Tornando a Piazza Affari, tra le big cap avanzano soprattutto Amplifon (+4,6%), Poste Italiane (+3,95%) e Prysmian (+3,7%) mentre crolla Saipem (-30,2%) dopo aver ritirato la guidance e avvisato che il bilancio 2021 si chiuderà con una perdita per oltre un terzo del capitale sociale. In calo anche l’azionista Eni (-2,0%) oltre a Leonardo (-1,2%).