Saipem – Il titolo cede lo 0,4%, pesano le news sulla manovra finanziaria

Il titolo Saipem cede lo 0,4% a 1,32 euro rispetto al +1% del Ftse Mib, dopo un inizio di seduta volatile che ha visto il titolo aprire le contrattazioni con -2% per poi risalire a +3%.

Al momento i volumi scambiati ammontano a 27.754.522 unità, superiore al volume medio degli ultimi tre mesi pari a 12.678.982 pezzi scambiati.

A pesare sulla performance azionaria è la manovra finanziaria allo studio da parte di Saipem per rimediare alle maxi perdite del 2021 e al ritiro della guidance, oltre allo sforamento dei covenant sui prestiti bancari.

Un quadro complicato che andrà probabilmente risolto con un intervento dei soci.

Proprio sul piano del risanamento iniziano a circolare le prime ipotesi. Secondo Il Messaggero lo spartiacque sul futuro della società sarà il prossimo 23 febbraio, quando il CdA approverà i conti 2021. In quell’occasione sarà più chiara l’entità dell’allarme sui conti appena lanciato e verrà varata “la manovra finanziaria d’emergenza”.

A riguardo, ieri il CdA di Eni avrebbe fatto le prime proiezioni sulla ricapitalizzazione e oggi ci sarà una riunione straordinaria del consiglio di Cdp, altro azionista rilevante di Saipem.

Inoltre, secondo il quotidiano, dai colloqui di ieri sarebbe emersa anche l’ipotesi di una conversione di crediti in capitale (o in strumenti finanziari): sul tavolo in particolare ci sarebbe la linea da 1 miliardo di 12 banche con in prima fila Intesa Sanpaolo e Unicredit. Gli istituti al momento mostrano c’è una certa freddezza, in quanto l’operazione avrebbe impatti sull’assorbimento di capitale.

Secondo Repubblica, invece, starebbe riprendendo quota un vecchio progetto di creare un polo italiano dell’ingegneria in cui si riunirebbero Maire Tecnimont e Saipem.

Per quanto riguarda i giudizi degli analisti, Banca Akros ribadisce la bassa visibilità sul
titolo e la significata diluizione che potrebbero subire gli azionisti in caso di manovra sul capitale. Il giudizio è “Reduce” con target price a 1,7 euro.

Anche Banca IMI sottolinea la scarsa visibilità sulle evoluzioni del dossier e giudica la ricapitalizzazione “un’opzione necessaria”. Un aumento da 1,28 miliardi significherebbe uno sconto tra il 20% e il 30% del Terp (Theoretical ex right price, ovvero il prezzo teorico di un’azione dopo lo stacco del diritto di opzione relativo ad un aumento di capitale), con il valore dell’azione compreso tra 1,2 e 1,5 euro.