Generali – Movimenti nell’azionariato al vaglio di Consob e IVASS

La questione relativa ai movimenti nell’azionariato di Generali e le potenziali ripercussioni sulla governance tornano all’attenzione delle authority. Il tutto in vista dell’assemblea del prossimo 29 aprile, chiamata a rinnovare il board.

La compagnia triestina, infatti, ha deciso di chiedere all’IVASS se la quota del 16,309% detenuta complessivamente dal gruppo Caltagirone, Delfin e Fondazione Crt attraverso il patto sia soggetta ad autorizzazione in base alle regole sull’acquisizione di concerto di partecipazioni qualificate superiori al 10 per cento.

La normativa stabilisce che sia necessario per un soggetto singolo ricevere il via libera del regolatore per oltrepassare determinate soglie. E nel caso specifico, riporta Il Sole 24 Ore, dovrebbe essere applicata se l’IVASS ritenesse che Caltagirone, Del Vecchio e Fondazione CrT si siano mossi di fatto di comune accordo.

Inoltre, la società chiederà a Consob se vigano obblighi di comunicazione in ordine, fra l’altro, ai programmi futuri in base alla normativa relativa a chi, anche di concerto,
superi il 10% del capitale sociale e se vi siano state asimmetrie informative rilevanti per il mercato.

Secondo indiscrezioni riportate da Il Corriere della Sera, dai tre azionisti che partecipavano
al patto di consultazione non sono giunti commenti ma fonti a loro vicine, dicono che la mossa è “irrituale” e ricordano che il patto era già sopra il 10% quando è stato stipulato a settembre. Evidenziano inoltre che Generali non ha sollevato obiezioni quando Mediobanca ha aumentato i diritti di voto (al 17,25% del capitale) attraverso un contratto di prestito titoli (sul 4,43% del capitale).

Secondo La Repubblica, i soci industriali sono convinti di aver operato nel rispetto delle regole e che ogni indagine delle autorità non potrà che confermarlo.

Nei passaggi dell’accordo è stato più volte specificato che che si tratta di un’intesa di carattere puramente consultivo, con i tre azionisti che già raggruppavano oltre il 10% del capitale. Nel caso, quindi, l’IVASS e la Conosb sarebbero dovute intervenire già in quel momento.

Nello specifico, riferisce Il Sole 24 Ore, l’attenzione sarebbe concentrata sugli acquisti di titoli effettuati dai membri del patto e che sarebbero stati compiuti con tempistiche assai simili.

Un’altra questione importante, riporta il giornale, riguarda la cosiddetta asimmetria informativa: ora gli acquisti degli aderenti al patto e anche di chi non è più membro (Caltagirone è uscito) non dovranno essere comunicati e in linea teorica i tre soci potrebbero superare il 20% del capitale senza alcuna comunicazione al mercato.

Vari rumor di stampa hanno più volte riportato di un piano e di una lista alternativa a cui avrebbe lavorato il patto ma che con l’uscita di Caltagirone è sceso sotto il 10 per cento. Ora dovrebbe essere proprio Caltagirone a presentare una lista (da valutare se sarà lunga o corta) e un’eventuale strategia alternativa.

Intorno alle 11:10 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,1% a 18,75 euro, mentre l’indice di settore sale dello 0,2 per cento.