Mercati – Accelerano al ribasso dopo Bce e Lagarde, Milano a -1%

Borse europee in discesa dopo i meeting della Bce e della Bank of England, con il Ftse Mib in calo dell’1% in area 27.120 punti. Sottotono anche il Dax di Francoforte (-1,4%), il Cac 40 di Parigi (-1,5%) e il Ftse 100 di Londra (-0,6%), mentre l’Ibex 35 di Madrid resiste poco sotto la parità (-0,2%).

A Wall Street, aspettando i risultati di Amazon in uscita stasera, il Nasdaq cede il 2,2% in scia ai conti deludenti di Meta Platforms (-25%) mentre Dow Jones e S&P500 segnano rispettivamente il -1,5% e -0,9%.

L’Eurotower ha confermato i tassi di interesse e la forward guidance, ribadendo la fine del programma di acquisti Pepp a marzo e il proseguimento dei reinvestimenti fino al 2024. Gli acquisti regolari da 20 miliardi al mese verranno invece ridotti gradualmente a partire da ottobre. Il Consiglio direttivo resta pronto a adeguare tutti gli strumenti a sua disposizione laddove necessario.

Nella successiva conferenza stampa Christine Lagarde, presidente della Bce, ha affermato che la crescita nel primo trimestre rimarrà debole e che i rischi legati all’inflazione sono orientati al rialzo, anche se la natura delle pressioni sui prezzi sembra ancora transitoria e non c’è bisogno di prendere decisioni affrettate.

Nuove valutazioni verranno condotte a marzo con i dati aggiornati ma un aumento dei tassi resta improbabile finché l’inflazione non raggiungerà stabilmente il target del 2% e non verrà comunque eseguito prima del termine degli acquisti netti di asset.

La Bank of England, invece, ha alzato i tassi di 25 punti base allo 0,5% e ha segnalato che inizierà a ridurre le partecipazioni obbligazionarie.

Per quanto riguarda l’agenda macroeconomica, gli indici Pmi di gennaio dell’eurozona hanno evidenziato una nuova frenata della crescita, a causa della variante Omicron che ha ostacolato l’attività, soprattutto nel settore dei servizi. I prezzi alla produzione industriale, inoltre, hanno riportato un incremento del 12,2% nel 2021. (+2,9% mensile e +26,2% annuo a dicembre).

L’inflazione nell’area Ocse ha raggiunto il massimo dal 1991, toccando il 6,6% a dicembre mentre le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Usa si sono attestate a 238 mila unità, inferiori alle attese e alla rilevazione precedente.

Il tutto alla vigilia del Job Report, dopo il rapporto mensile Adp da cui è emersa la perdita di 301 mila impieghi nel settore privato americano, il dato peggiore dall’aprile 2020, anche a causa dell’impatto di Omicron.

Sul Forex l’euro/dollaro si impenna fino a sfiorare quota 1,14 mentre il cambio fra biglietto verde e yen risale a 114,8.

Tra le materie prime arretrano le quotazioni del greggio con il Brent (-0,6%) a 88,9 dollari e il Wti (-0,6%) a 87,7 dollari, dopo che ieri l’Opec+ ha confermato il piano di aumenti della produzione da 400.000 barili al giorno anche a marzo.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia di 8 punti base a 147 bp, con il rendimento del decennale italiano all’1,6%, sui massimi dal 2020.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap avanzano Unicredit (+1,3%), Banco Bpm (+0,8%) e Bper (+0,5%) mentre perdono terreno Amplifon (-5,3%), Nexi (-3,2%) e Interpump (-3%). Sostanzialmente invariata Intesa Sanpaolo, che presenterà domani i risultati e il nuovo piano strategico, così come Enel in attesa dei conti preliminari.