Mps – L’attenzione resta sul possibile cambio al vertice

Nell’ordine del giorno del cda di Mps in programma lunedì 7 febbraio (anche per l’approvazione dei conti) è stata inserita una verifica di corporate governance riguardante la figura dell’Ad e Dg Guido Bastianini.

La comunicazione da parte della banca è arrivato dopo che vari rumor di stampa hanno riferito della spinta da parte del Tesoro, titolare del 64,2% del capitale, per un ricambio al
vertice.

Il manager, arrivato alla guida della banca toscana a maggio 2020, sarebbe quindi vicino all’uscita. Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, il cda sarebbe intenzionato a votare a maggioranza il ritiro delle deleghe al Ceo.

Il MEF avrebbe infatti chiesto a Bastianini di fare un passo indietro, a seguito di un vertice che il manager avrebbe tenuto la settimana scorsa con Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro.

Il tutto avverrebbe per dare un segnale di discontinuità in vista del piano di rilancio che dovrà essere definito con l’Unione Europea, che include un aumento di capitale da 2,5 miliardi.

Adesso, aggiunge il quotidiano, lo stesso Bastianini dovrà decidere cosa fare, se dare le dimissioni o cercare eventuali appoggi nel board di lunedì.

Tra i nomi circolati sui giornali per la possibile sostituzione di Bastianini ci sono Alessandro Vandelli (ex Ad di Bper), Victor Massiah (ex Ceo di Ubi), Luigi Lovaglio (ex Ad di Creval), Marina Natale (Ad di AMCO) e Fabio Gallia (direttore generale di Fincantieri).

Secondo il Corriere della Sera, il cambio al vertice dovrebbe consentire di avviare l’aumento di capitale da 2,5 miliardi necessario alla ristrutturazione dell’istituto e a finanziarie 4.000 esuberi volontari, di cui la metà a Siena.

Il Messaggero riferisce che la decisione del Tesoro di attuare un cambio di passo ha preso forma nelle ultime ore, poiché nel corso delle interlocuzioni fra Mps, MEF e Commissione Ue per ottenere la proroga del termine della privatizzazione di ulteriori 18-24 mesi rispetto ad aprile 2022, la Dg Comp avrebbe contestato il piano di ristrutturazione, stimato “troppo leggero” per il raggiungimento degli obiettivi di risanamento.

Intorno alle 11:45 a Piazza Affari il titolo guadagna l’1,4% a 0,95 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno lo 0,2 per cento.