Giornata da dimenticare per l’auto europea, bersagliata dalle vendite per tutto l’arco della seduta. Il sottoindice del comparto Euro Stoxx cede il 3,4%, ed è il peggiore tra i settoriali, con i crollo di tutti i big, da Continental (-4,3%) a Renault (-4,9%). Non fa eccezione Piazza Affari dove Stellantis è appena uscita dalla volatilità e cede il 5,5% assieme a Cnh (-2,4%), Pirelli (-3,6%) e Brembo (-2%).
Al momento i volumi scambiati per il titolo Stellantis ammontano a 15.033.828, superiore al volume medio degli ultimi tre mesi pari a 12.170.360 pezzi passati di mano.
Nel mese di gennaio 2022 il gruppo Stellantis ha immatricolato in Italia 38.593 vetture, in calo del 26,7% rispetto alle 52.635 unità dello stesso mese del 2021.
Inoltre, Stellantis ha presentato un piano che prevede 2.600 uscite volontarie in Francia nel 2022 e nel 2023 (1.300 l’anno). Lo hanno riportato fonti sindacali francesi. Secondo il piano presentato in un incontro con le organizzazioni sindacali d’Oltralpe, il gruppo intende rinnovare l’accordo, in scadenza il 31 marzo prossimo, che ha portato nel 2021 all’uscita volontaria di 1.380 dipendenti. “La direzione propone un accordo su due anni ma non c’e’ nulla di nuovo”, ha dichiarato Christine Virassamy, delegata sindacale centrale Cfdt, aggiungendo che “il sindacato è in attesa di garanzie e impegni sui numeri”.
Invece in Italia, secondo le parole di Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil, “Si è raggiunta oggi l’intesa con Stellantis necessaria a dare continuità agli accordi sottoscritti nel 2021 in merito alle uscite volontarie incentivate stante le modifiche normative sopraggiunte. L’accordo riguarda i siti produttivi di Pratola Serra, Cento, Cassino, Pomigliano, Agap e Mirafiori”.
Per la Fiom-Cgil, tuttavia, “Il tema urgente è il confronto sul piano industriale, sulle missioni produttive per tutti gli stabilimenti e sulle attività per gli enti centrali, per un rilancio imponente della produzione e progettazione di auto da fare nel nostro Paese che coinvolga anche tutta la filiera automotive che è in grande sofferenza. E’ per tali ragioni che è urgente e non più rinviabile l’intervento del Governo che continua invece a giocare un ruolo da spettatore marginale”.
























