Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore energetico e delle utilities:
Giornata debole per i mercati azionari: in Europa, il Ftse Mib cede lo 0,4%, il Dax lo 0,3% e il Ftse 100 lo 0,2%. A Wall Street, il Nasdaq perde lo 0,5% e lo S&P 500 lo 0,4%, mentre il Dow Jones resiste sulla parità.
In calo le quotazioni del greggio, in attesa del proseguimento delle trattative tra Stati Uniti e Iran che potrebbero ripristinare l’accordo sul nucleare del 2015 e con il potenziale allentamento delle tensioni geopolitiche in Ucraina.
Il raggiungimento di un’intesa tra Washington e Teheran potrebbe comportare una rimozione delle sanzioni ai danni dell’Iran, permettendo maggiori esportazioni di petrolio del paese dell’Opec+.
La finalizzazione dell’accordo potrebbe introdurre nel mercato oltre un milione di barili al giorno di greggio iraniano, equivalente a oltre l’1% dell’offerta globale, in un momento in cui diversi membri dell’Organizzazione faticano a rispettare i target produttivi.
A ciò si aggiungono le speranze di un attenuarsi della crisi ucraina, dopo che il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato di aver ricevuto rassicurazioni dal leader russo Vladimir Putin sul fatto che non ci sarà un’ulteriore escalation.
BP ha riportato utili per il quarto trimestre 2021 superiori alle attese degli analisti e un risultato complessivo per l’intero esercizio sui massimi da otto anni, annunciando inoltre un aumento del buyback di 1,5 miliardi di dollari. Il Ceo Bernard Looney ha poi difeso la partecipazione del 20% nella russa Rosneft dopo le recenti tensioni tra Mosca e l’Occidente, dichiarando che farà i conti con eventuali sanzioni alla Rusia ma per il momento non c’è nessun cambiamento.
Electricite de France (Edf) ha tagliato le stime sulla produzione nucleare in Francia del 2022 per la seconda volta da inizio anno, attendendosi ora un output tra 295 e 315 terawattore, e non più tra 300-330 TWh. La stima per il 2023, attualmente fissata tra 340 e 370 TWh, sarà aggiornata a breve.