Mercati – Modesti guadagni nel Vecchio Continente, Milano a +0,6%

Borse europee in rialzo mentre i futures di Wall Street oscillano intorno alla parità, con l’attenzione degli operatori sempre rivolta prevalentemente alla politica monetaria.

A Piazza Affari il Ftse Mib avanza dello 0,6% in area 26.480 punti, ben intonato come l’Ibex 35 di Madrid (+1,3%), il Cac 40 di Parigi (+0,6%), il Ftse 100 di Londra (+0,3%) e il Dax di Francoforte (+0,2%). Poco mossi i derivati su Dow Jones, S&P500 e Nasdaq, dopo la seduta debole di ieri appesantita dai tecnologici.

La prospettiva di stretta monetaria da parte delle banche centrali nei prossimi mesi resta il principale tema dei mercati, che questa settimana attendono soprattutto i dati di giovedì sull’inflazione statunitense. Il report sui prezzi al consumo di gennaio dovrebbe evidenziare un’ulteriore accelerazione al 7,3%, sui massimi dagli anni ’80, alimentando l’aspettativa di un ciclo di rialzi dei tassi e una riduzione del bilancio da parte della Fed.

Dinamica che contribuisce a spingere il rendimento dei Treasury decennali statunitensi all’1,93%, ma alcuni operatori prevedono che possa raggiungere anche il 3% entro fine anno. Si prospetta dunque uno scenario ancora caratterizzato da volatilità, anche se alcune asset class come banche e titoli value potrebbero beneficiare dei rendimenti più elevati.

La politica monetaria resta in primo piano anche in Europa, dopo le rassicurazioni di Christine Lagarde, presidente della Bce, sull’approccio cauto dell’istituto nell’alzare i tassi. Tuttavia, alcuni analisti concordano sulla possibilità di due ritocchi entro la primavera del 2023 e Goldman Sachs ipotizza due strette entro dicembre.

Sullo sfondo restano le questioni geopolitiche relative alla crisi ucraina, malgrado i tentativi diplomatici dei leader di Francia, Russia, Stati Uniti e Germania per cercare di allentare le tensioni.

Dall’agenda macroeconomica sono giunti i dati di dicembre sulle vendite al dettaglio in Italia, in crescita dello 0,9% mensile e del 9,4% annuo.

Sul l’euro/dollaro ritraccia lievemente a 1,142 mentre il cambio fra biglietto verde e yen è stabile a 115,25.

Tra le materie prime accelerano al ribasso le quotazioni del greggio con il Brent (-2,1%) a 90,7 dollari e il Wti (-1,9%) a 89,6 dollari, con focus sui colloqui relativi al nucleare iraniano, che potrebbero portare alla rimozione delle sanzioni su Teheran e ad una ripresa delle esportazioni dal Paese.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund torna sui livelli della vigilia in area 155 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,76%.

Tornando a Piazza Affari, tra le aziende più capitalizzate si distinguono in positivo Bper (+2,7%), Unipol (+2,2%) e Unicredit (+1,9%), mentre arretrano Telecom Italia (-1,8%), Nexi (-1,7%) e Buzzi Unicem (-1%). L’agenda odierna prevede i Cda per l’approvazione dei risultati di Banco Bpm, Bper, Cnh e Iveco.