Mps – Possibile shortfall di 150 mln a fine 2022

Mps potrebbe registrare uno shortfall di 150 milioni alla fine del 2022. Lo indica la banca su richiesta della Consob sottolineando come le previsioni sullo shortfall di capitale si stiano progressivamente riducendo.

“Rispetto alle stime formulate nel bilancio 2020, che evidenziavano uno shortfall già a partire dal primo trimestre 2021 con una crescita a 1,5 miliardi all’inizio di quest’anno, si legge nella nota sui conti, “anche a dicembre 2021, come nei trimestri precedenti, non è emerso alcuno shortfall”.

Nell’orizzonte dei prossimo dodici mesi, invece, “nell’ipotesi che l’aggiornamento dei modelli interni alle linee guida dell’EBA si concluda entro la fine dell’esercizio 2022, potrebbe emergere uno shortfall di 150 milioni”.

La riduzione progressiva dello shortfall atteso a 12 mesi, rispetto alle stime formulate nel bilancio al 31 dicembre 2020, deriva dagli effetti delle azioni di capital management già realizzate, dall’evoluzione del capitale e dei risk weighted assets. La posizione patrimoniale prospettica è stimata tenendo conto dei risultati dell’esercizio 2021 e in ipotesi di conferma del modello di business/operativo attuale, escludendo l’operazione di rafforzamento patrimoniale, o altri contributi straordinari di capitale, o emissioni subordinate.

Nel primo trimestre 2023, considerando la riduzione programmata di capitale collegata al phase-in del requisiti IFRS9 e altri effetti, lo shortfall sull’aggregato patrimoniale Tier1 potrebbe arrivare a 500 milioni ma tale shortfall “non tiene conto di possibili iniziative di capital management a disposizione della banca”.

L’istituto sempre in attesa del via libera per l’aumento di capitale da 2,5 miliardi e “sta fornendo tutti i chiarimenti necessari richiesti dalle autorità ma attualmente non vi è una stima precisa dei tempi necessari alle autorità competenti per portare a termine i rispettivi processi”.

“Tenendo conto dei significativi miglioramenti registrati dal gruppo Mps nel corso del 2021 sotto il profilo patrimoniale e di riduzione dei rischi, nonché delle interlocuzioni finora tenute con le Autorità, si ritiene che lo shortfall patrimoniale potrà essere superato attraverso un’operazione di rafforzamento patrimoniale su base stand alone, previa approvazione da parte di Dg Comp del nuovo business plan 2022-2026”.

Lo sii legge in una nota della banca, aggiungendo: “L’implementazione di tale piano industriale potrebbe essere soggetta a successivi aggiornamenti alla luce dell’evoluzione del mutato scenario economico e, comunque, subire modifiche, anche rilevanti, qualora maturassero nuovamente i presupposti per la realizzazione di una eventuale “soluzione strutturale” mediante l’implementazione di un progetto aggregativo”.

Il piano, che costituisce la base per l’avvio dei processi di approvazione di cui sopra, potrebbe inoltre dover recepire eventuali modifiche e cambiamenti, anche rilevanti, per riflettere quanto derivante dal confronto con le competenti Autorità.

Nel contesto delineato, DG Comp e BCE devono valutare, per quanto di competenza, l’intervento dello Stato sulla base della viability stand alone della capogruppo alla luce del piano strategico 2022-2026.

Non può escludersi che nell’ambito di tale valutazione possano insorgere, in linea di principio, elementi allo stato non prevedibili che potrebbero incidere sul percorso di rafforzamento patrimoniale della capogruppo e sulla struttura e realizzabilità di un aumento di capitale a condizioni di mercato; la valutazione di DG Comp pone, quindi, in linea di principio, incertezze rilevanti.

“Il dialogo con le autorità UE prosegue in un clima di collaborazione”, ha affermato il Cfo di Mps, Giuseppe Sica, aprendo la conference call sui risultati con gli analisti.

Riguardo alla tempistica del negoziato con Bruxelles, Sica ha riportato: “Non siamo a conoscenza di scadenze precise” per il negoziato con le autorità dell’UE “ma la banca vuole procedere il più rapidamente possibile” per arrivare all’aumento di capitale già indicato in 2,5 miliardi.

“Il miglioramento della posizione di capitale” dell’istituto “ci consente di avere maggior potere contrattuale con le Autorità e il dialogo con loro prosegue in atmosfera collaborativa”, ha aggiunto il manager.

Sica si è poi soffermato sui progressi fatti sul fronte della riduzione dei contenziosi legali. “Il livello di contenziosi è più che gestibile, anche considerata la copertura che è più che adeguata considerando gli ultimi cinque anni della banca”, ha spiegato il Cfo.