Banca Generali ha archiviato il quarto trimestre 2021 con una buona tenuta del margine di intermediazione, fissatosi a 166,4 milioni (-2,2% a/a), grazie alla solida performance delle commissione nette ricorrenti. L’utile netto si è fissato a 52,4 milioni (-34%), impatto dalla contabilizzazione di alcune componenti one-off.
Il quarto trimestre 2021 di Banca Generali ha messo in luce una solida performance per quel che riguarda le componenti ricorrenti, confermando un’accelerazione legata all’espansione e diversificazione delle attività della banca. L’andamento è stato influenzato dal calo delle componenti di natura variabile.
L’utile netto ha scontato i costi legati allo slancio in avanti di tutti i progetti più importanti e, in particolare degli investimenti legati all’IT (digital e data), oltre ai maggiori accantonamenti per i piani di fidelizzazione, più contributi destinati ai fondi bancari, l’aumento delle rettifiche legate al deterioramento del contesto macroeconomico e finanziario e maggiori poste per rischi ed oneri.
Il margine di intermediazione ha mostrato una buona tenuta a 166,4 milioni (-2,2% a/a), al cui interno le commissioni nette ricorrenti (120,3 milioni, +24,8%) hanno mostrato un solido progresso grazie alla crescita delle masse, salite a 85,7 miliardi a fine dicembre (+15,1% rispetto al 31 dicembre 2020).I
Il tutto è stato controbilanciato dalla riduzione delle commissioni variabili (24 milioni, -42,1%) e dei profitti da trading (4 milioni, -60%), entrambi particolarmente sostenuti nell’ultimo trimestre dello scorso anno.
In riduzione il margine d’interesse (18,1 milioni, -20%), per gli effetti legati alla predisposizione del nuovo FFondo di investimenti alternativi.
I costi operativi si sono attestati a 71,1 milioni (+12,3%), crescita legata principalmente agli oneri sostenuti per portare avanti tutti i progetti più importanti e, in particolare, degli investimenti legati all’IT (digital e data). La componente di costi ‘core’ è risultata pari a 60,7 milioni (+5,8%). Le spese per il personale sono rimaste stabili a 27,8 milioni, mentre gli altri costi sono aumentati a 43,3 milioni (+22%).
Il risultato lordo di gestione, pertanto, è ammontato a 95,3 milioni (-10,9%).
Gli accantonamenti e le rettifiche di valore del trimestre sono stati complessivamente pari a 18,1 milioni (10,3 milioni nel quarto trimestre 2020), dopo avere contabilizzato maggiori accantonamenti per i piani di fidelizzazione, più contributi destinati ai fondi bancari, l’aumento delle rettifiche legate al deterioramento del contesto macroeconomico e finanziario e maggiori poste per rischi ed oneri.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 52,4 milioni (-34%), scontando anche una riduzione per 5 milioni del beneficio fiscale straordinario legato all’affrancamento di avviamenti, marchi e attività immateriali in adeguamento alle nuove disposizioni contenute nella Legge di Bilancio.