Banca Ifis ha archiviato il 2021 con un margine di intermediazione pari a 602,5 milioni (+28,8% a/a), beneficiando sia di miglior performance nel settore Npl sia della dinamicità del settore Commercial & Corporate Banking, toccando il massimo storico.
Il margine di intermediazione del segmento Npl è salito a 257,6 milioni (+58,1%), mentre quello relativo al settore Commercial & Corporate Banking è cresciuto a 283,2 milioni (+27,2%). Il margine di intermediazione del settore Governance & Servizi e Non Core si è fissato a 61,7 milioni (-24,9%).
Il margine di interesse è aumentato a 488 milioni (+27,8%), mentre le commissioni nette sono cresciute a 83,3 milioni (+11,2%).
L’andamento ha beneficiato del miglior contesto economico generalem del contributo di 17,8 milioni di Farbanca (non facente parte del gruppo Banca Ifis nei primi undici mesi del 2020), nonché a quello del ramo ex Aigis Banca e alla variazione positiva delle altre componenti del margine di intermediazione per 20 milioni di euro (da 11,2 milioni al 31 dicembre 2020 a 31,3 milioni al 31 dicembre 2021).
Dopo oneri operativi saliti a 375,5 milioni (+21,9%) per maggiori costi variabili legati all’attività legale del Settore Npl, per l’inclusione a perimetro di Farbanca e del ramo ex Aigis Banca e per le progettualità ICT, il risultato lordo di gestione si è fissato a 227 milioni (+42,1%).
Le rettifiche su crediti sono scese a 77,2 milioni (-15,5%; il dato include rettifiche per 18 milioni relative al Settore Npl registrate a seguito di un’analisi di dettaglio, svolta anche in risposta alla pandemia da Covid-19, in termini di maggiori tempi di incasso principalmente su posizioni con vintage più alta. Sono inclusi accantonamenti addizionali per 12,5 milioni nell’area Corporate Banking a fronte del rischio di concentrazione tipico del comparto anche per tenere conto dei potenziali ulteriori effetti futuri connessi al venir meno delle misure di supporto al credito. Infine, sono ricompresi 12 milioni connessi a una revisione della valutazione di recuperabilità della mora sul portafoglio commerciale verso l’amministrazione pubblica con vintage più elevata).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 100,6 milioni (+46,2%; il 2020 includeva la plusvalenza straordinaria di 24,2 milioni e il relativo effetto fiscale per la cessione dell’immobile milanese di Corso Venezia) ed è superiore alla guidance rivista al rialzo a novembre tra i 90 e i 100 milioni.
Il risultato è stato conseguito nonostante gli interventi prudenziali nell’ambito della pandemia da Covid-19 su rischio di concentrazione, vintage e portafoglio Npl acquisiti, e il sostenimento dei costi connessi al trasferimento e conseguente deconsolidamento regolamentare della sede legale della controllante La Scogliera
A livello patrimoniale, al 31 dicembre 2021 i crediti verso la clientela si fissano a 10,3 miliardi (+13,1% rispetto a fine 2020), mentre la raccolta da clientela ammonta a 5,7 miliardi (+3,9% rispetto al 31 dicembre 2020).
Sul fronte della solidità patrimoniale, l’efficacia della delibera dell’assemblea straordinaria di trasferimento della sede legale della controllante La Scogliera nel Cantone di Vaud (Losanna – CH), a far data dal 27 dicembre 2021, e il successivo completamento dell’iter societario di trasferimento hanno consentito l’eliminazione della stessa dal consolidamento regolamentare della banca ed il calcolo dei requisiti patrimoniali consolidati senza l’inclusione di La Scogliera.
I nuovi coefficienti del gruppo Banca Ifis, pertanto, al 31 dicembre 2021 si attestano per il CET1 al 15,44% (11,29% a fine 2020), per il TIER1 a 15,45% (11,86% al 31 dicembre 2020) e per il Total Capital al 19,63% (14,85% a fine 2020). Il rilevante incremento subito tra le due scadenze è per la massima parte riconducibile al citato deconsolidamento regolamentare.
Si segnala che Banca d’Italia ha richiesto al gruppo Banca Ifis di soddisfare per il 2021, in continuità con il 2020, i seguenti requisiti di capitale a livello consolidato, comprensivi del 2,5% a titolo di riserva di conservazione del capitale:
- coefficiente di capitale primario di classe 1 (CET1 ratio) pari all’8,12%, vincolante nella misura del 5,62%;
- coefficiente di capitale di classe 1 (TIER1 ratio) pari al 10,0%, vincolante nella misura del 7,5%;
- coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) pari al 12,5%, vincolante nella misura del 10 per cento.
Il gruppo al 31 dicembre 2021 soddisfa ampiamente i suddetti requisiti prudenziali.