Fineco Bank – Utile netto record (+7,6%) per 349,2 mln nel 2021

Fineco ha chiuso il 2021 con un margine di intermediazione salito a 804,5 milioni (+7,4% a/a), grazie al contributo significativo delle commissioni nette e dei profitti da trading. Il periodo è stato archiviato con un utile netto di 349,2 milioni (+7,6%), toccando un nuovo record.

“Fineco archivia il 2021 con una crescita molto robusta, con utile e ricavi record. Risultati che confermano un ulteriore cambio di passo nel nostro percorso di crescita, rafforzato dall’efficacia e dalla solidità del nostro modello di business, in grado di affrontare ogni fase di mercato. Un percorso che si fonda su qualità dell’offerta, efficienza operativa, ma soprattutto su un approccio orientato a trasparenza e grande rispetto del cliente”.

È con queste parole che Alessandro Foti, Ad e Dg di Fineco, ha commentato i conti del 2021.

“Insieme ai nostri consulenti, abbiamo sviluppato una serie di iniziative volte a stimolare i nostri clienti con strategie di investimento efficienti, innovative e di lungo periodo per investire la liquidità.

A questo si aggiunge il grande contributo di Fineco Asset Management che anche nel 2021 ha accelerato il suo percorso di crescita con un’ampia offerta di soluzioni di investimento e con risultati importanti, permettendo all’intero gruppo di essere posizionato nel modo migliore per cogliere le opportunità che si presenteranno nel corso del 2022”.

I dati e le variazioni riportati relativo ai risultati semestrali sono esposti al netto delle poste non ricorrenti. Al fine di fornire una migliore rappresentazione dei ricavi Investing, sono state riproformate le commissioni nette, che ora ricomprendono le efficienze di costi ottenute da Fineco Asset Management relative alla ristrutturazione dei fondi (precedentemente nella voce “Saldo altri proventi/oneri”) e i costi collegati alla Rete di PFA precedentemente inclusi nella voce “Altre spese amministrative” (reclutamento, loyalty, FIRR, Enasarco, altro).

Il margine di intermediazione si è attestato a 804,5 milioni (+7,4% a/a), al cui interno le commissioni nette sono balzate a 450,8 milioni (+18,8%), grazie all’apporto delle commissioni nette riferite all’area Investing (+29,9%) per l’effetto volumi e il maggiore contributo di Fineco Asset Management, e dell’area Banking (+43,9% a 49,2 milioni).

Le commissioni nette relative all’area Brokerage sono state pari a 126,2 milioni (-5,4%), a causa principalmente della ridotta volatilità del 2021 rispetto ai picchi registrati nel 2020.

In calo il margine di interesse (-8,4% a 247,9 milioni), a causa principalmente alla discesa
dei tassi d’interesse di mercato.

I profitti da trading sono aumentati a 107,1 milioni (+10,2%), con il calo causato dalla suddetta ridotta volatilità rispetto ai picchi registrati nel brokerage nello scorso anno che è stato più che assorbito dalla crescita dei proventi legati alla gestione della tesoreria (saliti da 9 milioni a 32,1 milioni).

I costi operativi sono cresciuti a 258,9 milioni (+6,5%), principalmente per spese strettamente collegate alla crescita del business (al netto delle quali la crescita dei costi operativi è pari al 4,4% a/a).

Il costo del personale è salito a 109,6 milioni (+10,2%) per l’aumento del numero dei dipendenti (passato da 1.262 a 1.305), dovuto sia alla progressiva internalizzazione di alcuni servizi a seguito dell’uscita dal gruppo UniCredit sia alla controllata irlandese Fineco Asset Management, che si prepara a migliorare ulteriormente l’efficienza della catena di valore nell’area Investing. Gli altri costi sono aumentati a 149,3 milioni (+4,1%), a seguito degli effetti sopra descritti. Il cost/income ratio al netto delle poste non ricorrenti è pari al 32,2 per cento.

Le dinamiche sopra esposte hanno determinato un risultato lordo di gestione cresciuto a 545,6 milioni (+7,8%) e, dopo rettifiche su crediti scese a 1,7 milioni (-48,5%, anche a seguito di riprese di valore riconducibili alle valutazioni sulla base del principio contabile IFRS9, che incorporano il miglioramento dello scenario macroeconomico), il risultato netto di gestione è salito a 543,9 milioni (+8,1%).

Il periodo si è chiuso con un utile netto di 349,2 milioni (+7,6%), dopo avere contabilizzato profitti netti da investimenti per 1,1 milioni, per effetto delle valutazioni come richiesto dal principio contabile IFRS9, che incorporano il miglioramento dello scenario macroeconomico, che ha comportato maggiori riprese di valore, riconducibili principalmente alle esposizioni sovrane.

Sul fronte patrimoniale, al 31 dicembre 2021 gli impieghi salgono a 31,1 miliardi (+6,9% rispetto a fine 2020), grazie alla crescita di quelli verso la clientela (+32,5% a 6 miliardi rispetto al 31 dicembre 2020) e delle attività finanziarie (+2,8% a 24,7 miliardi rispetto a fine 2020).

La raccolta cresce a 31,6 miliardi (+6,7% rispetto al 31 dicembre 2020), con il contributo di quella da clientela (+5,2% a 29,8 miliardi rispetto a fine 2020).

Dal lato della solidità patrimoniale, a fine dicembre 2021 il CET1 si attesta al 18,80% (28,56% al 31 dicembre 2020), calcolato al netto del dividendo proposto a valere sugli utili 2019/2020, approvato dall’assemblea il 21 ottobre 2021 e messo in pagamento il 24 novembre 2021.