Mercati Usa – Disarcionati dalla crescita del tasso di inflazione

Doccia fredda su Wall Street indotta dalla pubblicazione del tasso di inflazione del mese di gennaio che sale al 7,5% ed in particolare quello “core”, depurato delle componenti più volatili di cibo ed energia, che si attesta al sei per cento, il livello più elevato degli ultimi 40 anni.

I futures reagiscono negativamente alla notizia ed il mercato parte in rosso, ma riesce a recuperare tutto il disavanzo di oltre un punto percentuale nelle prime due ore di contrattazioni. Successivamente, tuttavia, gli indici invertono di nuovo la rotta subendo sia il rialzo del dollaro che quello dei rendimenti obbligazionari e chiudono con perdite anche di due punti percentuali, per allontanandosi dai minimi intraday.

Il bilancio della seduta registra Russell 2000 e Nasdaq in calo rispettivamente dell’1,6% e del 2,1%, mentre lo S&P500 perde l’1,8% e il Dow Jones l’1,5%.

In sensibile discesa tutte le big cap tecnologiche da AMD (-5%) fino a Nvidia, Tesla e Microsoft che registrano tutte perdite intorno ai tre punti percentuali.

Balzo del VIX (+20%) a quota 23,9.

Sul mercato obbligazionario si impennano i rendimenti con il Tbond che sale di nove punti base al 2,03%, superando la barriera psicologica del due per cento.

Si ferma a metà seduta il rialzo di quasi tutte le materie prime le quali annullano i progressi in seguito alla pubblicazione del dato sui prezzi al consumo, in crescita ed oltre le previsioni.

Petrolio e rame chiudono invariati, dopo un guadagno iniziale dell’uno per cento con l’oro nero che rimane a 90 dollari il barile.

Lieve discesa anche dei due principali metalli preziosi – oro ed argento – con il metallo meno nobile che azzera un progresso di quasi due punti percentuali nel pomeriggio.

Cali generalizzati tra le materie prime agricole che risentono delle prese di beneficio per i forti rialzi dei mesi precedenti. Nel dettaglio, il caffè cede il tre percento, la soia ed il mais il due, il frumento l’uno.

Sul mercato valutario, il dollaro torna a rafforzarsi chiudendo la giornata a 1,139 nei confronti della moneta unica.