Mercati USA – Previsto avvio in rialzo in scia all’allentamento delle tensioni in Ucraina

Il netto rialzo i future statunitensi preannuncia una partenza positiva a Wall Street in un contesto che beneficia dei parziali segnali di distensione della crisi in Ucraina, e con un occhio sempre rivolto alla politica monetaria.

Seduta incerta ieri a Wall Street con gli indici che hanno tentato il rimbalzo più volte, in particolare il Nasdaq.

Il bilancio finale ha visto il solo listino tecnologico invariato dopo aver annullato un guadagno di quasi un punto percentuale, mentre Dow Jones e S&P500 ha perso tra i quattro ed i cinque decimi di punto percentuale.

Il ritiro della truppe da parte di Mosca ha disteso le preoccupazioni sul possibile intervento russo in Ucraina, dando un sospiro di sollievo ai mercati azionari che ora possono tornare a concentrarsi sull’aumento dei tassi.

Secondo quanto annunciato dalla stessa Russia, una parte delle truppe ammassate al confine con l’Ucraina faranno ritorno alle proprie basi, un ritiro “pianificato” e che “non dipende dall’isteria occidentale”, ha detto il ministro degli Esteri russo Lavrov.

Il motivo del ritiro, ha spiegato il ministro all’agenzia Tass, è anche dovuto al fatto che gli Stati Uniti hanno dato una risposta “positiva” ad “alcune delle iniziative russe sulla sicurezza che erano state respinte per lungo tempo”.

Con la guerra più lontana, l’attenzione può tornare all’inflazione. L’indice dei prezzi alla produzione per gennaio ha registrato una crescita dell’1% m/m e del 9,7% a/a, superando anche le attese degli analisti.

Gli operatori guardano alle minute della Fed in uscita domani sera dopo gli ultimi commenti di alcuni membri del Fomc. Tra questi, James Bullard ha ribadito la necessità di intervenire al più presto per contrastare l’aumento dei prezzi e si è detto favorevole ad un ritocco dei tassi di 50 punti base a marzo. Più cauta Esther George, della Fed di Kansas City, secondo cui la banca centrale dovrebbe adottare un approccio sistematico nella rimozione degli stimoli, senza forzare i tempi.

I prezzi del greggio Wti sono scesi dai massimi a sette anni raggiunti durante la seduta precedente. La tensione tra Russia e Occidente sulla potenziale invasione dell’Ucraina è uno dei principali fattori alla base dei recenti aumenti del prezzo del barile, e gli operatori del mercato stanno al momento scontando la crescente probabilità di un conflitto armato e le sanzioni sull’energia russa che seguirebbe.

Nel mentre Intel è in procinto di acquistare il produttore israeliano di microchip Tower Semiconductor per 5,4 miliardi di dollari, circa 53 dollari per azione e ben oltre i $33,13 dell’ultima chiusura sul Nasdaq.

“Tower è una società israeliana specializzata nella produzione di chip analogici utilizzati in diversi settori strategici, e l’acquisizione approfondirà la presenza di Intel in un settore dominato da Taiwan Semiconductor Manufacturing, il più grande produttore di chip al mondo, in un momento in cui la carenza globale di semiconduttori ha rallentato la produzione di molti beni alimentando la pressione inflazionistica”, scrive Reuters.