Le principali borse europee si muovono senza una direzione precisa e con movimenti contenuti, nonostante le ultime indicazioni positive emerse sul fronte geopolitico.
Il Ftse Mib di Milano guadagna lo 0,2% muovendosi in area 26.730 punti. Rialzi moderati anche per il FTSE 100 di Londra (+0,2%) e il Cac40 di Parigi (+0,3%). L’Ibex 35 di Madrid e il Dax di Francoforte cedono invece rispettivamente lo 0,1% e lo 0,2%.
La situazione geopolitica tra Mosca e Washington continua a catturare le attenzioni degli operatori, in parte sollevati dalla notizia dei colloqui in programma per la prossima settimana tra le due superpotenze.
Il segretario di stato americano, Antony Blinken, incontrerà il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, aumentando le speranze per una risoluzione diplomatica alla situazione di stallo in corso sull’Ucraina. Resta comunque alta la probabilità di invasione per il Presidente Joe Biden.
L’acuirsi delle frizioni nel corso della settimana ha penalizzato l’azionario globale, appesantito anche dalle prospettive di una politica monetaria più restrittiva. Gli investitori si interrogano infatti sull’impatto di un ritiro degli stimoli monetari sulla crescita economica, con le attuali proiezioni che ad oggi vedono 5-7 rialzi del costo del denaro nel corso dell’anno da parte della FED.
L’agenda macro odierna ha visto la diffusione dell’inflazione francese a gennaio. Secondo la stima finale fornita dall’Istituto Statistico Nazionale Francese (Insee), a gennaio i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,3% su base mensile, in linea con il consensus e con il dato preliminare. Su base annua, l’indice è aumentato del 2,9%, anche in questo caso in linea con il consensus e con il dato preliminare. Nel pomeriggio focus sulla fiducia consumatori nell’eurozona (preliminare di febbraio) e sul Leading Index statunitense di gennaio.
Sul Forex il cambio euro/dollari è poco mosso a 1,1363 mentre il dollaro/yen risale sopra quota 115,19. Tra le materie prime cedono terreno le quotazioni del greggio con il Brent (-2,3%) a 90,81 dollari al barile e il Wti (-2,4%) a 89,50 dollari al barile con il potenziale ritorno dell’offerta iraniana in caso di accordo sul nucleare controbilanciato dal rischio di un conflitto in Ucraina e il conseguente effetto sulle forniture di energia.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si attesta in area 161 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,83%.
Tornando a Piazza Affari bene in avvio Banco Bpm (+1,3%), Recordati (+1,8%) e Fineco (+1,7%). Eni a +1,2% dopo i risultati 2021. Lettera su Diasorin (-0,7%), CNH (-1%) e Tenaris (-1,4%).