Nell’ottava appena conclusasi il Ftse Italia Prodotti e Servizi Industriali ha registrato il -2,2% w/w rispetto al -2,4% w/w corrispondente indice europeo e al -1,7% w/w del Ftse Mib.
La situazione geopolitica tra Mosca e Washington continua a catturare le attenzioni degli operatori, in parte sollevati dalla notizia dei colloqui in programma per la prossima settimana tra le due superpotenze.
Il segretario di stato americano, Antony Blinken, incontrerà il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, aumentando le speranze per una risoluzione diplomatica alla situazione di stallo in corso sull’Ucraina. Resta comunque alta la probabilità di invasione per il Presidente Joe Biden.
L’acuirsi delle frizioni nel corso della settimana ha penalizzato l’azionario globale, appesantito anche dalle prospettive di una politica monetaria più restrittiva. Gli investitori si interrogano infatti sull’impatto di un ritiro degli stimoli monetari sulla crescita economica, con le attuali proiezioni che ad oggi vedono 5-7 rialzi del costo del denaro nel corso dell’anno da parte della FED.
Tra le big del comparto male Interpump (-6,8% w/w), nonostante nel quarto trimestre 2021 abbia registrato ricavi in crescita del 32% a/a.
Poco sotto la parità Buzzi Unicem (-1,6% w/w). Il valore c’è, ma per vederlo bisognerà aspettare. È questa secondo Berenberg la linea da seguire quando si parla di Buzzi Unicem sul cui titolo gli analisti hanno confermato il rating buy riducendo, però, il prezzo obiettivo da 28 a 25 euro. “Con Buzzi che scambia a circa 4 volte l’ebitda, continuiamo a vedere la valutazione come estremamente convincente. Inoltre, dal momento che la società accumula sempre più liquidità in bilancio, le metriche ev/ebitda diminuiranno ulteriormente in modo tale che il titolo sarò scambiato tre volte l’ebitda nel 2023”, stimano gli analisti.
Gli esperti di Berenberg, tuttavia, riconoscono anche che le loro stime hanno bisogno di slancio e di catalizzatori. “Mentre restiamo ottimisti sull’accelerazione nella crescita dei profitti e i rendimenti di capitale, crediamo che sia necessaria pazienza per vedere una sovra-performance”, spiegano. In merito all’accelerazione nella crescita dei profitti si aspettano che il 2022 sia caratterizzato da una continua inflazione dei costi e, sebbene il gruppo registri una crescita dei prezzi di circa il 6%, gli analisti vedono un’erosione dei margini.
“Si stima una modesta crescita dell’ebitda del 2%. Tuttavia, guardando al 2023, ci aspettiamo un’accelerazione del margine operativo al 7%, spinto dalla divisione statunitense (60% dell’utile), dove ci aspettiamo che i benefici del programma infrastrutturale pluriennale guadagnino terreno. Ci attendiamo anche una crescita dei volumi in una dinamica della domanda di offerta sempre più stretta per far aumentare i prezzi e i margini negli Stati Uniti nel 2023”, sottolineano gli analisti.
In merito ai rendimenti del capitale, invece, ritengono che il gruppo dovrebbe restituire più capitale in eccedenza agli azionisti e come tale hanno accolto con favore il recente annuncio di un programma di riacquisto di azioni da 150 milioni di euro, che segnala un cambiamento nelle politiche di allocazione del capitale da parte del cda. Guardando ai margini dell’azienda, secondo gli esperti, Buzzi possiede, infatti, una potenza finanziaria sufficiente sia per estendere il proprio programma di buyback sia per aumentare il dividendo, riuscendo comunque a mantenere una posizione di cassa netta buona per il 2025. Gli esperti hanno stimato, a valere sul bilancio 2021, un dividendo di 0,24 euro per azione (yield dell’1,13%) da 1 euro del 2020, di 0,25 euro (yield dell’1,13%) nel 2022 e di 0,29 euro (yield dell’1,5%) nel 2023.
gli esperti sottolineano che il titolo negozia già a un multiplo attraente di 4,3 volte basato sui risultati del 2021, ma dato l’impatto che l’accumulo di cassa ha sulla riduzione del valore aziendale, ci si aspetta che questo multiplo scenda a 3,2 volte entro il 2023 e a 2 entro il 2025, ipotizzando solo una modesta crescita dell’ebitda del 4% in media nel periodo. Su questo scenario Berenberg ha lasciato le stime di ebitda 2021-2023 sostanzialmente invariate. Tuttavia, ha ridotto il prezzo obiettivo a 25 euro riflettendo la contrazione dei multipli osservata nel settore del cemento europeo.
Tra le mid cap bene Datalogic nella settimana (+1,3% w/w), mentre nel segmento delle small cap spicca Vianini Industria (+10,9% w/w).
Somec (+0,8% w/w) ha perfezionato l’acquisto anticipato del residuo 20% del capitale sociale di GICO (Grandi Impianti Cucine S.p.A), società attiva nella fornitura chiavi in mano di grandi impianti per cucine di alta gamma. L’operazione dà seguito a quanto comunicato al mercato lo scorso 16 dicembre e porta Somec a controllare il 100% del capitale sociale di GICO, divenendo socio unico della società. Inoltre, sempre Somec ha costituito la nuova società Mestieri, al fine di ampliare il business della capogruppo e di rafforzarne la divisione di progettazione e creazione di interni di alta gamma.
Per quanto riguarda Intek Group (+0,5% w/w), la controllata KME SE ha firmato con Aurubis AG, uno dei maggiori fornitori mondiali di metalli non ferrosi e primaria società di riciclo del rame, un contratto di acquisto di parte del segmento produttivo dei laminati piani (“flat rolled products” o “FRP”) di Aurubis.
Il Consiglio di Amministrazione di The Italian Sea Group (-4% w/w) ha approvato il progetto di fusione per l’incorporazione della controllata al 100% New Sail.
L’incorporazione di New Sail consente: di unificare e integrare i processi decisionali; di perseguire una maggiore efficienza gestionale, grazie allo sviluppo di significative sinergie produttive, logistiche, societarie e amministrative; di conseguire un contenimento dei costi amministrativi.
Crolla il titolo Tesmec (-20,8% w/w) dopo aver reso noto che i dati preliminari dell’esercizio 2021 sono stati al di sotto delle attese a causa dei ritardi delle consegne e dell’aumento dei costi dell’energia.