Mercati – Milano (-1,7%) chiude in rosso con l’Europa, aumentano i rischi in Ucraina

Chiusura negativa per le borse europee, frenate dall’escalation di tensioni nell’est Europa. Il Ftse Mib di Milano termina in ribasso dell’1,7% a 26.050 punti, mediamente in linea con il Dax di Francoforte (-2,1%), il Cac 40 di Parigi (-2,0%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1,2%) mentre contiene i danni il Ftse 100 di Londra (-0,4%). Fermi i listini americani per la festività del Presidents’ Day.

Si fa sempre più pesante la situazione in Ucraina. Putin ha dichiarato che lunedì deciderà sulla richiesta di riconoscimento di indipendenza delle due repubbliche separatiste, una mossa che potrebbe complicare le trattative per una soluzione diplomatica.

Ciò si aggiunge alle precisazioni su un possibile vertice fra il leader russo e Biden, in merito al quale il Cremlino ha specificato che non ci sono ancora piani concreti. In calendario questa settimana, invece, l’incontro fra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

Lo stallo in Ucraina si è aggiunto alle preoccupazioni per l’inasprimento della politica monetaria della Federal Reserve e il suo impatto sulla crescita, alimentando la volatilità sui mercati. Le ultime dichiarazioni dei membri del Fomc hanno aumentato le probabilità di un ciclo di rialzi dei tassi piuttosto aggressivo, anche se le probabilità di un aumento di mezzo punto percentuale a marzo sembrano contenute rispetto a un ritocco di soli 25 punti base, complici le incertezze in Ucraina.

Dall’agenda macroeconomica sono giunti gli indici Pmi di febbraio di Francia, Germania, Eurozona e Gran Bretagna. In particolare, l’aggregato della zona euro evidenzia una forte impennata della crescita economica, grazie all’allentamento delle restrizioni anti Covid-19. L’espansione si è principalmente concentrata sul settore terziario, ma pure la produzione manifatturiera ha riportato maggiori incrementi produttivi grazie all’aumento della domanda e la riduzione dei disagi sulla catena di distribuzione.

Il tutto in attesa dei dati chiave di venerdì sul deflatore Pce, una misura dell’inflazione attentamente monitorata dalla Fed per le sue decisioni di politica monetaria.

Sul Forex euro/dollaro si attesta a 1,134 mentre il cambio fra biglietto verde e yen arretra a 114,8. Tra le materie prime risalgono le quotazioni del greggio, con il Brent (+1,4%) a 92,7 dollari e il Wti (+1,2%) a 91,2 dollari, in scia alle prospettive positive sulla domanda.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si allarga a 170 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,91%.

Tornando a Piazza Affari, fra le aziende del Ftse Mib chiudono in positivo solo Nexi (+1%) e Diasorin (+0,1%). In calo soprattutto Exor (-4,5%) dopo l’accordo transattivo con l’Agenzia delle Entrate, Cnh (-3,7%), Saipem (-3,2%) e Tenaris (-3,1%). Stacco della cedola di 0,6 euro per Banca Generali.