Mercati – Finale poco mosso per Milano (flat) ed Europa, riflettori su Russia e Ucraina

Le borse del Vecchio Continente chiudono incerte in scia agli ultimi avvenimenti in Ucraina, mentre Wall Street prosegue in calo. Il Ftse Mib termina pressoché invariato a 26.044 punti, poco mosso come il Dax di Francoforte (-0,3%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%), il Cac 40 di Parigi (flat) e il Ftse 100 di Londra (+0,1%). Oltreoceano, arretrano Dow Jones (-0,8%), S&P500 (-0,5%) e Nasdaq (-0,9%) dopo la chiusura di ieri per festività.

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato a sorpresa il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e ha ordinato l’invio di truppe nella regione del Donbass al fine di “assicurare la pace”. L’Unione Europea e il Regno Unito hanno già definito un primo round di sanzioni contro Mosca e gli Stati Uniti sono pronti a fare altrettanto.

L’incertezza legata alla situazione in Ucraina si aggiunge a quella sulle prossime mosse della Fed, in attesa di un dato chiave sull’inflazione in uscita venerdì che aiuterà a capire se ci sia spazio per un aumento dei tassi di 50 punti base già a marzo.

Dall’agenda macroeconomica è giunto l’indice Ifo tedesco, in aumento oltre le attese a febbraio (98,9 punti), a segnalare un miglioramento del sentiment man mano che vengono rimosse le restrizioni anti-Covid.

In Italia, a gennaio, i prezzi al consumo registrano un aumento dell’1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua (da +3,9% del mese precedente), sui massimi dal 1996. Gli indici Pmi manifatturiero, servizi e composito degli Usa hanno evidenziato una solida espansione, ad un ritmo superiore alle aspettative. In calo la fiducia dei consumatori di febbraio, rilevata dal conference Board.

Sul Forex euro/dollaro risale a 1,1345 mentre il cambio fra biglietto verde e yen torna a quota 115,0.

Tra le materie prime restano in rialzo le quotazioni del greggio, sostenute dalla minaccia di ulteriori sanzioni verso la Russia e da possibili interruzioni dell’offerta, con il Brent (+1%) a 94,0 dollari e il Wti (+2,3%) a 92,3 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si contrae a 168 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,94%.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap avanza soprattutto Inwit (+3,7%), sostenuta dalle ipotesi di consolidamento nel settore delle torri. Chiusura positiva anche per Diasorin (+3,4%) e Iveco (+2,6%) mentre arretrano Buzzi (-2,6%), Saipem (-2,2%) e Unicredit (-2,1%).