Nel 2021 il gruppo Campari ha registrato vendite nette pari a 2.172,7 milioni, in aumento del 22,6% (+25,6% su base organica) e superiore dello 0,7% rispetto al consensus raccolto da Bloomberg. La crescita organica è stata pari al 20,5% rispetto all’esercizio 2019 (ante Covid-19).
L’Ebitda adjusted si è attestato a 514,9 milioni, in progresso del 28,8% (+34,7% a livello organico) mentre l’Ebit adjusted è aumentato del 35,2% (+42,3% su base organica), entrambi tuttavia al di sotto delle previsioni degli analisti, rispettivamente del 3,1 e del 2,6%.
Gli oneri finanziari netti sono calati del 44,6% a 12,3 milioni mentre gli oneri non ricorrenti hanno registrato una contrazione del 61,9% a 34,3 milioni. Quest’ultima voce include principalmente costi relativi a progetti di ristrutturazione, svalutazioni di marchi minori e incentivi last mile di lungo termine non ricorrenti, parzialmente compensati dalle rettifiche positive derivanti dalla chiusura di una disputa fiscale in Brasile e rimborsi una tantum.
L’utile netto di gruppo è balzato del 51,6% a 284,8 milioni, risultando tuttavia inferiore del 7,4% rispetto al consensus. Su base rettificata è stato pari a 307,9 milioni, in aumento del 52,4%.
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto cifra in 830,9 milioni, in calo di 272,8 milioni rispetto al 31 dicembre 2020, dinamica che ha beneficiato della generazione di cassa dell’anno.
ll CdA propone all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo per l’esercizio 2021 di 0,06 euro per azione (+9,1% rispetto all’anno precedente) che verrà posto in pagamento il 21 aprile 2022, con stacco cedola il 19 aprile.
Per il 2022, Campari rimane “molto fiduciosa rispetto alla dinamica positiva del business e dei principali brand”. Con riferimento alla marginalità mentre continua “a sfruttare ogni opportunità per effettuare aumenti di prezzo”, prevede “che la momentanea pressione sui costi dei materiali andrà a intensificarsi nell’anno corrente, posticipando il miglioramento della marginalità lorda (+70 punti base precedentemente previsti), e portando a un margine organico dell’Ebit sulle vendite sostanzialmente invariato”.