Il titolo Campari crolla dopo i conti 2021 e le indicazioni sul 2022 segnando, in asta di volatilità, un -5% a 9,79 euro e scivolando in coda al Ftse Mib (+0,9%).
La multinazionale lombarda ha archiviato lo scorso esercizio con vendite nette pari a 2.172,7 milioni, con una variazione organica del +25,6% rispetto al 2020 (variazione totale pari al +22,6%). La crescita organica rispetto al 2019 è stata pari al 20,5%.
L’utile netto di gruppo rettificato si è attestato a 307,9 milioni, in aumento del 52,4%. L’utile netto di gruppo è stato pari a 284,8 milioni (+51,6%) dopo rettifiche operative, finanziarie e fiscali pari a -23,1 milioni.
Per il 2022, con riferimento alla marginalità, Campari, “mentre continua a sfruttare ogni opportunità per effettuare aumenti di prezzo”, prevede “che la momentanea pressione sui costi dei materiali andrà a intensificarsi nell’anno corrente, posticipando il miglioramento della marginalità lorda (+70 punti base precedentemente previsti), e portando a un margine organico dell’EBIT sulle vendite sostanzialmente invariato”.