Nel 2021 Endesa, la controllata iberica del Gruppo Enel, registra ricavi pari a 20.899 milioni, in crescita del 22,6% su base annua.
Solo l’1% del fatturato proviene dall’attività del carbone. Endesa è ancora in attesa del permesso per chiudere As Pontes, il suo ultimo stabilimento continentale.
L’EBITDA ammonta a 4.278 milioni, in crescita del 6% a perimetro omogeneo e del +7% rispetto ai 4 miliardi stimati nella guidance comunicata a novembre 2021. Performance positiva nonostante l’anno particolarmente difficile, minato dal forte balzo dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica a livello europeo: oltre il 200% in media in Spagna, Germania, Francia e Regno Unito.
Il conto economico si chiude con un utile netto ordinario di 1.902 milioni, inferiore dell’11% rispetto al 2020, ma superiore del 12% rispetto agli 1,7 miliardi stimati nella guidance dello scorso novembre.
Di conseguenza, Endesa distribuirà agli azionisti un dividendo di 1,44 euro per azione, superiore dell’11% rispetto al previsto. La società pagherà agli azionisti l’80% dell’utile netto ordinario nel 2021, portando tale percentuale al 70% dell’utile del 2022, 2023 e 2024 per adeguarla agli investimenti lordi pianificati per i prossimi anni: 7,5 miliardi tra il 2022 e il 2024 e 31 miliardi complessivi entro il 2030.
Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2021 cifra in 8.806 milioni, in aumento del 28,5% da 6.853 milioni di fine 2020.
Gli investimenti lordi del 2021 ammontano a 2.172 milioni, il 5% in più rispetto alla stima originale di 2.100 milioni e il 33% in più rispetto al 2020. Del totale degli investimenti effettuati, il 75% è allineato alla tassonomia dell’UE.