Titolo in forte calo a Piazza Affari, in un mercato penalizzato dall’aggravarsi della crisi in Ucraina e dopo la diffusione ieri a mercati chiusi dei risultati preliminari 2021. Le azioni Pirelli cedono il 7,7% a 5,22 euro, rispetto al -3,6% del Ftse Mib.
Il 2021 si è chiuso con risultati superiori ai target indicati nella guidance della società. Il gruppo ha anche presentato un outlook che prevede un 2022 in ulteriore crescita, seppure in un contesto volatile per le tensioni inflattive e geopolitiche.
Per quest’anno Pirelli prevede ricavi tra 5,6 e 5,7 miliardi (5,6 miliardi il consensus), un Ebit margin adjusted compreso tra il 16% e il 16,5% (16,4% il consensus), un flusso di cassa netto ante dividendi tra 450 e 480 milioni (461 milioni il consensus) e un indebitamento finanziario netto pari a circa 2,6 miliardi (in linea al consensus).
A pesare è però l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, sebbene il Ceo Marco Tronchetti Provera ha precisato che gli impatti della crisi Ucraina su Pirelli saranno principalmente indiretti, ricordando che la Russia conta per circa il 3% dei ricavi del gruppo e per meno del 4% del margine Ebitda.
In particolare, con riferimento all’inasprirsi della crisi Russia-Ucraina, Pirelli ha condotto una prima analisi tenendo in considerazione che il costo del petrolio e dell’energia resti agli attuali livelli da marzo 2022 a fine anno, oltre a potenziali impatti sulle operations locali correlati all’import ed export da e verso la Russia di materie prime e prodotti finiti.
In tale scenario, il gruppo stima che le guidance sulla redditività e sulla generazione di cassa si posizionerebbero nella parte bassa del range (circa 890 milioni l’Ebit Adjusted e circa 450 milioni la generazione di cassa ante dividendi).