Comparto bancario nuovamente sotto pressione a Piazza Affar dopo il tentativo di rimbalzo dello scorso venerdì. Intorno alle 09:55 il Ftse Italia Banche cede il 6,1 per cento.
L’andamento risente delle potenziali incertezze generate dall’inasprimento delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte di quest’ultima.
I nuovi provvedimenti adottati dall’Occidente hanno isolato ulteriormente Mosca dalla finanza globale, congelando le riserve internazionali della banca centrale russa ed escludendo varie banche del Paese dal sistema di pagamenti internazionale Swift.
Tra le banche italiane, UniCredit (-9,5% a 11,35 euro) è tra quelle con una presenza in Russia. Nei giorni scorsi un portavoce ha dichiarato: “Il nostro patrimonio nella controllata russa è inferiore al 4% del patrimonio netto totale del gruppo e se si guarda ai prestiti e alle attività di business la percentuale è anche inferiore. La nostra banca in Russia rappresenta circa il 3% dei ricavi e del capitale allocato del gruppo. Tutte le esposizioni presentano un elevato grado di copertura (la copertura degli Npe è salita all’84%). La nostra controllata è molto liquida e autofinanziata”.
“Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi in Russia. Il Paese è stato soggetto a una serie di sanzioni e ci siamo sempre adeguati al contesto in maniera pienamente conforme alle regole”, ha aggiunto il portavoce.
A fine gennaio il Ceo Andrea Orcel aveva precisato che UniCredit “resta in Russia”, dove ha “sempre avuto una presenza superiore al costo del capitale”.
“Siamo contenti”, della presenza in Russia, “e siamo impegnati” a mantenerla, anche perché “non ha impatti significativi sul nostro costo del rischio visto anche la dimensione sul totale delle nostre attività”, aveva spiegato l’Ad di UniCredit.
Il manager aveva però rivelato di aver deciso di ritirarsi dalla due diligence per acquisire la russa Otkritie proprio “visto il contesto politico”.