Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore energetico e delle utilities:
Giornata negativa per i mercati azionari: in Europa, il Ftse Mib cede il 2,4%, il Dax il 2,3% e il Ftse 100 lo 0,7%. A Wall Street, il Dow Jones arretra dello 0,7%, lo S&P 500 lo 0,3% e il Nasdaq lo 0,2%.
Quotazioni del greggio ancora in forte rialzo, con Brent e Wti saliti entrambi oltre quota 100 dollari in scia ai timori di possibili problemi alle forniture dopo l’invasione russa dell’Ucraina e le relative sanzioni ai danni di Mosca.
Intanto gli Stati Uniti e gli alleati discutono di un rilascio coordinato delle riserve di petrolio per mitigare i problemi all’offerta, che secondo fonti di stampa potrebbe arrivare fino a 60-70 milioni di barili. Il tutto in attesa del meeting Opec+ in programma domani, in cui verranno discussi i livelli di produzione per aprile.
Secondo alcune indiscrezioni, BP starebbe valutando di rivendere la propria partecipazione di circa il 20% in Rosneft al colosso russo a un forte sconto. Sull’esempio di BP, anche Shell ha annunciato l’intenzione di uscire dalla joint venture con la russa Gazprom, così come Equinor si prepara ad uscire dal paese.
Chevron ha raddoppiato il buy-back promettendo che gli azionisti beneficeranno dei prezzi del petrolio più elevati e impegnandosi a mantenere i livelli di spesa ai minimi storici e a ridurre i costi. In particolare, l’acquisto azioni proprie è aumentato da 5 a 10 miliardi di dollari, rispetto ai 3-5 miliardi all’anno indicati nella precedente guidance.
In merito ai piani della Casa Bianca per il rilascio di riserve strategiche, Chevron ha inoltre dichiarato che qualunque sforzo di breve termine dell’amministrazione Biden per ridurre i prezzi dovrebbe essere accompagnato da un impegno a lungo termine per sostenere gli investimenti nell’industria oil Usa.