Le principali borse europee si muovono all’unisono in territorio negativo dopo un avvio caratterizzato da un tono incerto. Intorno alle ore 11:45, il Ftse Mib di Milano cede il 2,1% in area 24.879 punti. Il Dax di Francoforte lascia sul terreno il 2,2% l’Ibex35 di Madrid l’1,6%, il Cac40 di Parigi il 2,4% e il FTSE100 di Londra lo 0,7%.
Lo scenario complessivo resta volatile a causa del conflitto in Ucraina e delle conseguenti sanzioni comminate dall’Occidente ai danni della Russia, tra cui il blocco dell’accesso da parte della Banca centrale di Mosca alle riserve straniere e l’esclusione di alcuni istituti finanziari dal sistema di pagamenti internazionale Swift.
Lo scoppio delle ostilità e i provvedimenti hanno infatti minato il sentiment dei mercati, preoccupati anche dal rischio di interruzioni nelle forniture di materie prime come grano ed energia.
Una minaccia che andrebbe ad alimentare ulteriormente l’inflazione e frenare la crescita dell’economia. In merito segnaliamo che è stata diffusa alle ore 11:00 la stima preliminare di febbraio dell’indice nazionale dei prezzi al consumo in Italia che ha registrato un incremento dello 0,9% su base mensile (consensus +0,7%; finale gennaio +1,6%) e un aumento del 5,7% su base annua (consensus +5,4%; finale gennaio +4,8%). L’indice armonizzato UE dei prezzi al consumo (IPCA) ha evidenziato una crescita dello 0,8% su base mensile (consensus +0,2%; finale gennaio 0,0% rivisto da +0,2%) e un aumento del 6,2% su base annua (consensus +5,5% e finale gennaio +5,1%).
L’inflazione e le decisioni di politica monetaria restano sotto l’osservazione degli operatori, considerando l’ormai prossima decisione della Federal Reserve. Il Presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha affermato di essere favorevole a un aumento dei tassi di 25 punti base a marzo e di valutare un incremento di 50 punti base se l’inflazione non dovesse diminuire.
Tra le altre indicazioni emerse dall’agenda macro, il PMI Settore Manifatturiero Eurozona di febbraio è diminuito a 58,2 punti (58,4 punti preliminare; 58,7 punti gennaio) mentre in Italia il PMI manifatturiero italiano è rimasto stabile a 58,3 punti (consensus 58 punti).
Intanto sul Forex il cambio euro/dollaro scende a 1,1171 e il dollaro/yen a 114,84. Tra le materie prime, continua il rialzo delle quotazioni del greggio con il Brent (+3,3%) a 101,22 dollari e il Wti (+2,9%) a 98,53 dollari, con gli operatori che valutano il possibile rilascio di riserve strategiche contro i timori di interruzioni delle forniture energetiche dalla Russia.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund scende a 150,3 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,524%.
Tornando a Piazza Affari, denaro ancora su Leonardo (+1,9%) sostenuta oggi dall’ipotesi di creazione di un polo industriale europeo del settore difesa. In rialzo anche Eni (+0,9%) mentre scivolano in coda Nexi (-4,4%) e Moncler (-4,7%).