Nel pomeriggio le principali borse europee continuano a viaggiare in territorio negativo con il Ftse Mib di Milano che cede il 2,2% in area 24.845 punti. Il Dax di Francoforte lascia sul terreno il 2,2%, l’Ibex35 di Madrid l’1,6%, il Cac40 di Parigi il 2,3% e il FTSE100 di Londra lo 0,7%. In rosso anche Wall Street (intorno alle ore 16:00) con il Dow Jones in calo dello 0,8%, lo S&P500 dello 0,4% e il Nasdaq dello 0,3%.
L’intensificarsi delle guerra in Ucraina e le sanzioni dell’Occidente contro la Russia hanno comportato un deterioramento dello scenario complessivo. Secondo gli ultimi sviluppi, l’UE starebbe discutendo l’esclusione di sette banche russe dal sistema di messaggistica finanziario SWIFT.
Preoccupano anche le conseguenze del conflitto a partire dal rischio di interruzioni nelle forniture di materie prime come grano ed energia che potrebbero alimentare ulteriormente l’inflazione, nonché rallentare ovviamente la crescita economica.
In Italia la stima preliminare di febbraio dell’indice nazionale dei prezzi al consumo (CPI) ha messo in evidenza un incremento oltre le attese. Nel dettaglio, è stato registrato un aumento dello 0,9% su base mensile (consensus +0,7%; finale gennaio +1,6%) e del 5,7% su base annua (consensus +5,4%; finale gennaio +4,8%).
L’inflazione e le decisioni di politica monetaria restano sotto l’osservazione degli operatori, considerando l’ormai prossima decisione della Federal Reserve, con il focus pronto a spostarsi sull’intervento di domani e giovedì di Jerome Powell al Congresso, oltre alla diffusione dei prezzi al consumo riguardanti l’Eurozona. Il Presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha affermato di essere favorevole a un aumento dei tassi di 25 punti base a marzo e di valutare un incremento di 50 punti base nel caso in cui l’inflazione non dovesse diminuire.
Intanto sul Forex il cambio euro/dollaro scende a 1,1153 e il dollaro/yen a 114,92. Tra le materie prime, corrono le quotazioni del greggio: il Brent (+6,3%) sale a 104,16 dollari e il Wti (+6,4%) a 101,89 dollari mentre gli operatori valutano il possibile rilascio di riserve strategiche contro i timori di interruzioni delle forniture energetiche dalla Russia.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund continua la discesa a 148,4 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,489%.
Tornando a Piazza Affari, denaro su ENI (+3,8%), Leonardo (+2,9%) e Terna (+2,5%). Crollano Moncler (-6,7%) e Telecom Italia (-8,5%).