Seduta in forte ribasso per le principali borse europee con il Ftse Mib di Milano che ha chiuso in area 24.363 punti a -4,1%. Il Dax di Francoforte ha ceduto il 3,8%, l’Ibex35 di Madrid il 3,3%, il Cac40 di Parigi il 3,9% e il FTSE100 di Londra l’1,7%. Intorno alle ore 18:00, Wall Street viaggia in rosso con il Dow Jones a -1,9%, lo S&P500 a -1,5% e il Nasdaq a -1,4%.
Il sentiment sui mercati ha risentito dell’intensificarsi delle guerra in Ucraina e delle sanzioni dell’Occidente contro la Russia, tra cui il blocco dell’accesso da parte della Banca centrale di Mosca alle riserve straniere e l’esclusione di alcuni istituti finanziari dal sistema di pagamenti internazionale Swift.
Gli operatori guardano con attenzione alle conseguenze del conflitto a partire dal rischio di interruzioni nelle forniture di materie prime come grano ed energia che potrebbero alimentare ulteriormente l’inflazione, oltre ovviamente a rallentare la crescita economica. Il tutto mentre il petrolio corre toccando massimi che non toccava da sette anni a questa parte.
Al centro delle valutazioni degli operatori restano ancora l’inflazione e le decisioni di politica monetaria. Segnaliamo in merito che in Italia la stima preliminare di febbraio dell’indice nazionale dei prezzi al consumo (CPI) ha messo in evidenza un incremento oltre le attese (+0,9% m/m vs consensus +0,7%; +5,7% a/a vs +5,4% consensus).
Ulteriori indicazioni arriveranno domani dall’intervento di Jerome Powell al Congresso e dalla diffusione dei prezzi al consumo riguardanti l’Eurozona. Nel frattempo il Presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha affermato di essere favorevole a un aumento dei tassi di 25 punti base a marzo e di valutare un incremento di 50 punti base nel caso in cui l’inflazione non dovesse diminuire.
La fitta agenda macro odierna ha visto il PMI Settore Manifatturiero Eurozona di febbraio diminuito a 58,2 punti (58,4 punti preliminare; 58,7 punti gennaio) mentre in Italia il PMI manifatturiero italiano è rimasto stabile a 58,3 punti (consensus 58 punti). In Usa, a febbraio la lettura finale di Markit Economics ha evidenziato un indice Pmi Manifatturiero a 57,3 punti (consensus 57,5 punti). L’ISM manifatturiero è aumentato a 58,6 punti a febbraio (consensus 58 punti).
Sul Forex il cambio euro/dollaro scende a 1,1105 e il dollaro/yen a 114,87. Tra le materie prime, corrono le quotazioni del greggio sui massimi a sette anni con il Brent (+8,9%) a 106,65 dollari e il Wti (10,3%) a 105,59 dollari mentre gli operatori valutano il possibile rilascio di riserve strategiche per mitigare i problemi all’offerta. Domani si terrà il meeting Opec+ in cui verranno discussi i livelli di produzione per aprile.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund continua la discesa a 147 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,395%.
Tornando a Piazza Affari, acquisti su ENI (+3%), Terna (+1,8%) e Leonardo (+1,4%). Crollano le quotazioni di Moncler (-9,1%), Telecom Italia (-9%).