Global Markets Energy – Opec+ conferma modesti aumenti della produzione nonostante crisi Ucraina

Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore energetico e delle utilities:

Giornata positiva per i mercati azionari: in Europa, il Ftse Mib guadagna lo 0,6%, il Dax lo 0,3% e il Ftse 100 l’1,2%. A Wall Street, il Dow Jones sale dello 0,9%, lo S&P 500 dello 0,7% e il Nasdaq dello 0,2%.

Quotazioni del greggio ancora in forte rialzo e oltre quota 110 dollari, in scia ai timori di problemi dal lato dell’offerta in seguito alle sanzioni alla Russia e dopo che l’Opec+ ha confermato il piano di moderati aumenti della produzione anche per aprile.

Al termine del meeting odierno, l’alleanza dei paesi esportatori di petrolio ha ratificato l’accordo per incrementare l’output di 400.000 barili al giorno anche il prossimo mese, proseguendo il graduale percorso di ripristino dell’offerta tagliata dopo lo scoppio della pandemia.

Una decisione che sembra apparire insignificante agli occhi del mercato alla luce delle tensioni provocate dal conflitto in Ucraina, con diversi paesi che già prima dell’escalation delle ostilità chiedevano un aumento della produzione più aggressivo.

Intanto, martedì l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha ha deciso un rilascio coordinato di 60 milioni di barili di petrolio dalle proprie riserve, pari al 4% degli 1,5 miliardi di barili detenuti per ragioni emergenziali.

La mossa dell’organizzazione di Parigi è volta a cercare di stabilizzare un mercato petrolifero già molto teso, che l’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni dell’Occidente rischiano di esacerbare sul lato dell’offerta di Mosca.

Exxon Mobil ha presentato i propri piani per risparmi sui costi per ulteriori 3 miliardi di dollari entro il prossimo anno, all’interno della strategia mirata ad aumentare i ritorni agli azionisti e sfruttare i maggiori prezzi del petrolio.

I costi di struttura diminuiranno di 9 miliardi di dollari entro la fine del 2023, un miglioramento del 50% rispetto al precedente target, con l’obiettivo di ridurre i costi a 10 dollari al barile, abbastanza per pagare il 60% del dividendo societario.

In particolare, la società punta a raddoppiare utili e cash flow entro il 2027 rispetto al 2019, prevede investimenti per 21-24 miliardi nel 2022 e tra i 20 e i 25 miliardi all’anno fino al 2027. Infine, il gruppo stanzierà oltre 15 miliardi in sei anni per ridurre le emissioni.