Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore energetico e delle utilities:
Giornata in rimonta per le borse europee: il Ftse Mib guadagna l’1,7%, il Dax lo 0,1% e il Ftse 100 lo 0,2%. A Wall Street, il Nasdaq perde lo 0,6%, lo S&P 500 lo 0,4% e il Dow Jones lo 0,2%.
Ancora in rialzo le quotazioni del greggio mantenendosi sui massimi dal 2008, in scia alla notizia che gli Stati Uniti si apprestano a vietare le importazioni di petrolio russo, senza coinvolgere gli alleati europei maggiormente dipendenti dalle forniture di Mosca.
La forte impennata dei prezzi seguita allo scoppio del conflitto in Ucraina ha spinto diverse banche ad alzare le previsioni per quest’anno. Tra queste, Goldman Sachs ora vede il Brent a 135 dollari quest’anno, rispetto ai 98 dollari stimati in precedenza.
Intanto l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha dichiarato di poter rilasciare riserve addizionali per raffreddare i prezzi se necessario, dicendosi inoltre delusa dalle azioni dei produttori per stabilizzare il mercato petrolifero fino ad ora.
Shell ha annunciato che intende cessare gradualmente di rifornirsi di tutti gli idrocarburi russi, inclusi petrolio greggio, prodotti petroliferi, gas e gas naturale liquefatto (GNL). Come primo passo immediato, la società interromperà tutti gli acquisti spot di greggio russo. La società chiuderà anche le sue stazioni di servizio, carburanti per aerei e lubrificanti in Russia. Shell ha inoltre chiesto scusa per aver acquistato la scorsa settimana, a conflitto già iniziato, un carico di petrolio russo.
BP, invece, continuerà ad acquistare petrolio e gas dalla Russia sotto i contratti già esistenti, ma non farà nuovi accordi per forniture di energia dal paese.
Secondo alcune indiscrezioni, la Cina starebbe considerando di comprare o aumentare la propria partecipazione in società energetiche russe, come ad esempio Gazprom.