Infrastrutture (+0,4%) – Rai Way (+5,9%) sostenuta dalle speculazioni su ipotesi fusione EI Towers

Nell’ultima seduta l’indice Infrastrutture Italiane ha chiuso a +0,4%. Il corrispondente indice settoriale europeo ha guadagnato lo 0,1% e il principale indice di Milano lo 0,8%.

Il Cremlino minaccia di tagliare l’offerta di gas naturale all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1, mentre l’UE ha messo a punto una serie di provvedimenti per ridurre il più possibile la dipendenza da Mosca. Intanto, la Germania ha invitato l’Opec ad aumentare la sua produzione di greggio. In giornata gli eurolistini hanno in parte beneficiato dell’apertura del leader ucraino Zelensky ad un compromesso sui territori del Donbass e della Crimea e dell’ipotesi di un eurobond per contrastare le ricadute della guerra in Ucraina. L’Unione Europea starebbe infatti valutando la vendita congiunta di obbligazioni per finanziare le spese per la difesa e gli approvvigionamenti energetici e far fronte alle conseguenze dell’invasione russa e delle sanzioni verso Mosca. Il il vicepresidente della Commissione UE, Frans Timmermans ha dichiarato che non ci sono piani formali al momento, suggerendo che si tratterebbe di un’idea di alcuni Paesi membri.

Performance positiva per Atlantia in rialzo dello 0,9%. Lettera su Inwit a -1,9%. Tra le Mid Cap, bene Rai Way (+5,9%) in scia alla firma da parte di Draghi di un decreto che consente alla TV di stato italiana RAI di ridurre la propria partecipazione nella società delle torri di trasmissione Rai Way al di sotto del 51%. Una mossa che potrebbe aprire la strada al dialogo per una fusione con EI Towers. Ricordiamo che EI Towers aveva lanciato nel 2015 un’offerta pubblica d’acquisto su RAI Way, respinta dal governo dell’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi; a quel tempo EI Towers era controllata da Silvio Berlusconi.

Performance positiva anche per ENAV (+3,6%) e FNM (+10,1%).

Aeroporto di Bologna (-2%) ha pubblicato il dato di febbraio riguardante il traffico passeggeri. Il mese si è aperto con la riduzione delle restrizioni relative al Covid per chi arriva in Italia dai Paesi UE: una decisione che ha favorito la ripartenza del traffico internazionale e che ha consentito all’Aeroporto di Bologna di recuperare i due terzi dei passeggeri pre-pandemia, con una forte crescita sul 2021. A febbraio 2022, il Marconi ha registrato 394.031 passeggeri, in calo del 33,1% sul febbraio 2019 (ultimo anno pre-Covid) e in aumento del 550,0% sullo stesso mese dello scorso anno, quando eravamo in piena “seconda ondata”.